Torino, trapianto di fegato con donatore e ricevente positivi al Covid

Un intervento unico, avvenuto con successo, alle Molinette. Al termine dell'operazione il paziente ha ricevuto una dose di anticorpi monoclonali

Un trapianto (Ansa)

Un trapianto (Ansa)

Torino, 20 gennaio 2022 - Intervento di successo alle Molinette della Città della Salute di Torino: il fegato di un donatore positivo al Covid è stato trapiantato per la prima volta su un paziente positivo dopo la terza dose di vaccino. Un'operazione molto particolare - eseguita dall'équipe del professor Renato Romagnoli - perché il Centro Nazionale permette solo il trapianto da donatore positivo a ricevente triplo vaccinato negativo al virus. Ma le condizioni del fegato del paziente hanno convinto i chirurghi a procedere. L'intervento è riuscito e il paziente, ancora positivo e curato con monoclonali, sta bene. "Lo sforzo multidisciplinare - ha commentato l'ospedale - ha dimostrando che il Covid non impedisce il trapianto di organi in sicurezza".

Donatore e ricevente positivi al Covid

La Rianimazione dell'ospedale di Domodossola (VCO) aveva segnalato al Centro Regionale Trapianti piemontese (diretto dal professor Antonio Amoroso) la volontà donativa espressa dai familiari di un uomo di 47 anni deceduto per cause cerebrovascolari, risultato positivo al virus al ricovero. Le condizioni del fegato erano compatibili con la donazione, mentre lo screening per SARS-CoV-2 aveva confermato la positivita'. A seguito dell'estensione da parte del Centro Nazionale Trapianti del programma di donazione di organi salvavita da soggetti con infezione da SARS-CoV-2 a candidati riceventi Covid negativi che avessero avuto un ciclo completo di 3 dosi di vaccinazione con ultima somministrazione da meno di 4 mesi, l'offerta di tale organo e' stata immediatamente accettata dal Centro Trapianti di fegato di Torino nella serata stessa. Infatti, si trovava in lista un uomo di 56 anni, originario della provincia di Torino, affetto da cirrosi complicata da neoplasia epatica primitiva (una malattia irreversibile), compatibile con il donatore. L'uomo, finalmente giunto alla lista d'attesa dopo essere stato sottoposto a ripetute terapie loco-regionali volte a ricondurre il tumore epatico multifocale all'interno dei criteri di trapiantabilita', aveva ricevuto la terza dose del vaccino anti-Covid il 21 dicembre scorso ed era risultato sempre negativo ai tamponi naso-faringei di sorveglianza che vengono routinariamente eseguiti nella fase pre-trapianto nell'Ambulatorio Epatologico Trapianto, diretto dal dottor Antonio Ottobrelli. Posto di fronte alla possibilita' di ricevere un trapianto con il fegato di un donatore Covid positivo, il paziente aveva immediatamente fornito il suo consenso, ben conscio del rischio di progressione della sua patologia tumorale epatica. Cosi' nella notte l'equipe del Centro Trapianti di fegato, equipaggiata con idonei dispositivi di protezione individuale, ha proceduto con il prelievo del fegato del donatore Covid positivo nella sala operatoria allestita nell'ospedale di Domodossola.

Contemporaneamente, il candidato ricevente e' stato convocato e sottoposto agli accertamenti pre-operatori necessari per accedere alla sala operatoria per il trapianto. Come da protocollo in questo periodo di pandemia, e' stato sottoposto ad un ulteriore tampone nasofaringeo. Dopo poche ore, ovvero poco prima di entrare in sala operatoria, il referto del tampone esaminato nel laboratorio di Microbiologia (diretto dalla professoressa Rossana Cavallo) si e' rivelato a sorpresa positivo per la presenza del virus, benche' il paziente non lamentasse alcun sintomo riconducibile al Covid. Di fronte all'improvvisa necessita' di scegliere se proseguire o meno con il trapianto salva-vita, il bilancio rischi - benefici ha fatto propendere l'equipe medico - chirurgica per andare avanti con il trapianto. Infatti il candidato ricevente, benche' recentemente contagiato dal virus, era del tutto asintomatico, come spesso accade nei soggetti vaccinati con terza dose che contraggono l'infezione. Inoltre, per prevenire una possibile evoluzione dell'infezione in malattia Covid conclamata nel periodo post-trapianto, il professor Francesco De Rosa (responsabile dell'Infettivologia delle Molinette) aveva dato indicazione alla somministrazione di anticorpi monoclonali specifici anti-Covid.

Sala operatoria diventa sala Covid

La sala operatoria del Centro Trapianti di fegato e' stata quindi convertita in Sala Covid dal personale infermieristico, e gli anestesisti dell'Anestesia Rianimazione 2 (diretta dal dottor Roberto Balagna), adeguatamente protetti, hanno proceduto con la preparazione del paziente per l'intervento. L'intervento chirurgico, durato 7 ore, e' stato eseguito dal professor Renato Romagnoli, coadiuvato dai suoi collaboratori. A causa delle condizioni cliniche del ricevente e della necessita' di operare muniti di idonei dispositivi di protezione, l'operazione e' stata non solo tecnicamente difficile, ma anche particolarmente faticosa.

Intervento riuscito

Il paziente a fine trapianto ha ricevuto una dose di anticorpi monoclonali e, come indicato dalla Direzione delle Molinette, e' stato ricoverato presso la Rianimazione Covid 1 (diretta dal professor Luca Brazzi). Gia' meno di 24 ore dopo il trapianto il paziente, ben risvegliato grazie alla buona funzione del fegato trapiantato, e' stato estubato. La funzione respiratoria e gli esami radiologici polmonari sono attualmente nella norma, ed il paziente sta avendo un regolare decorso post-operatorio, mantenuto in isolamento presso l'Area Semintensiva Chirurgica del Centro Trapianto Fegato, in quanto il tampone naso-faringeo eseguito dopo 7 giorni dal precedente si mantiene ancora positivo per l'infezione da SARS-CoV-2.