Tamponi fai da te: è corsa all'acquisto online. Rischio fregature? Cosa bisogna sapere

Boom di ordinazioni per i test rapidi. Pierangelo Clerici, presidente dell'associazione microbiologi clinici, mette in guardia: "Serve un ente europeo che controlli i dispositivi"

Test per il Covid (Ansa)

Test per il Covid (Ansa)

Milano, 15 gennaio 2022 - L'acquisto del tampone fai da te è ormai diventata una delle mode preferite dagli italiani. La corsa alle ordinazioni online, per avere i test pronti come scorta, è ormai la strategia adottata da molti cittadini.

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Ma dietro gli acquisti sul web si nasconde il rischio di mettersi in casa tamponi inattendibili? "No, più che altro varia la sensibilità del prodotto. In genere il sistema è sempre lo stesso - le parole di Pierangelo Clerici, presidente dell'Amcli, Associazione microbiologi clinici italiani -. Se ci sono fregature? Bisognerebbe analizzarli tutti, ma nessun laboratorio ha tempo per fare quello che sarebbe necessario in una situazione normale: cioè verificare se per i test che circolano corrisponde al vero quanto dichiarato nel foglietto illustrativo. Nessuno ha il tempo di farlo. E non c'è un ente regolatorio che se ne occupa, anche perché non è previsto".

Oggi, chiarisce l'esperto, "per la registrazione del prodotto ci si basa sull'autocertificazione del produttore. E' urgente invece che ci sia una presa di posizione a livello di Comunità europea. Quando si costruisce un'automobile si dice che questa deve avere delle caratteristiche precise e vanno verificate, come si accertano i livelli di sicurezza con il crash test. Allo stesso modo, se si costruisce un percorso diagnostico, se si producono dei test diagnostici, ci deve essere un ente che verifica se quanto viene detto dal produttore corrisponde a realtà".

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In questo momento, se si guarda soprattutto ai test per il Covid "la maggior parte arriva da Cina, Corea o Stati Uniti e un controllo ci dovrebbe essere - conclude Clerici -. Quello che fanno con i vaccini enti regolatori come l'Ema o la Fda bisognerebbe farlo anche con i test diagnostici. Ma a livello di Comunità europea. Non serve che ogni Stato si inventi qualcosa".