Serial killer in stalla: mucche seviziate per gioco. Quattro casi in due province

Allevatori presi di mira tra Lodigiano e Cremonese: già trenta i capi uccisi

Paura nelle stalle

Paura nelle stalle

La mattanza alla cascina Fornelli a Secugnago (Lodi) di proprietà della famiglia Madonini è stata portata a termine nella notte tra il 12 e il 13 ottobre scorso: fu il mungitore arrivato al lavoro prima dell’alba a trovare decine di mucche agonizzanti colpite con furia da ignoti armati di coltello. Gli assalitori (certamente più di uno) avevano agito senza dare nell’occhio, con grande freddezza e velocità. Non c’è stata alcuna rivendicazione nelle ore successive e gli inquirenti hanno effettuato diversi sopralluoghi cercando anche la più piccola traccia per poter incastrare i colpevoli.

Ad oggi non ci sono novità di rilievo nelle indagini. Resta il conteggio dei capi bovini morti che purtroppo si è aggiornato man mano che le settimane passavano: dapprima i decessi sono stati due, poi saliti pochi giorni dopo ad otto e oggi, a distanza di un mese e mezzo, le mucche decedute sono sedici mentre dieci sono purtroppo state avviate al macello a causa di diverse infezioni sopraggiunte. "Ora predisporremo una rete di telecamere per sorvegliare ogni varco dell’azienda - spiega la titolare di cascina Fornelli, Alice Madonini -. Ho visto che sono state colpite altre aziende in altre province: non so se si tratta della stessa mano, ma a questo punto escludo che, nel mio caso, si possa essere trattato di un blitz rivolto contro la mia famiglia".

Tre gli assalti nelle ultime quattro settimane nel Cremasco, tutti nelle notti da venerdì a sabato. Tre tipologie diverse con un unico scopo, prendere di mira un bovino. Se nel primo caso a Rivolta d’Adda, nella cascina Rancata, chi è entrato in azione staccando la testa di una mucca portandosela via è di certo una persona esperta, nel secondo chi ha agito si è accontentato di accanirsi su un capo morto, mutilandolo.

Dubbio il terzo caso, quella alla cascina Mirandolina di Agnadello, dove il veterinario che ha esaminato la carcassa afferma che l’assalto è stato opera di animali, mentre i carabinieri hanno delle perplessità e stanno indagando. Dubbi Claudio Riva, l’agricoltore che ha subìto i due assalti nella sua cascina di Rivolta d’Adda, invece non ne ha nessuno: "C’è la mano del maniaco, perché il taglio alla testa è troppo netto: questa persona ha tentato di staccare il capo al bovino, ma non ce l’ha fatta, forse disturbato e ha lasciato perdere". Le indagini proseguono in tutte le direzioni, ma sin qui senza sbocchi. I varchi non hanno nessuna auto sospetta, ma diventa difficile indagare anche perché non si sa a che ora il maniaco, o presunto tale, sia effettivamente entrato in azione. Di certo tra gli allevatori lombardi in questi giorni cresce la preoccupazione.