CRISTIANA MARIANI
Cronaca

Stalking e femminicidio, come riconoscere i segnali di una relazione tossica

Roberto Mirabile, presidente de La Caramella Buona: "Questi uomini sono criminali e manipolatori"

Roberto Mirabile, presidente della onlus La Caramella Buona

Vanessa, Catherine, Stefania. Sono i loro volti, i volti di tre donne vittime della follia omicida di uomini che avevano dichiarato loro amore ma che in realtà sono stati i loro carnefici, a rimanere impressi in questa fine di agosto. Vanessa Zappalà è stata uccisa dall'ex fidanzato, Catherine Panis dal marito, che ha sparato anche alla figlia Stefania.

"La maggior parte delle donne vittime di violenza e stalking aveva in precedenza denunciato gli abusi subiti, eppure non sono stati assunti provvedimenti efficaci per evitare il peggio - spiega Roberto Mirabile, presidente della onlus La Caramella Buona -. Spesso non si considera che questi reati lasciano anche degli orfani e che quindi vanno valutati con estrema attenzione. L'attività delle autorità preposte, ovvero polizia giudiziaria e magistratura, spesso non ha la giusta incisività". Il presidente della onlus che si occupa di prevenzione e repressione dei reati di pedofilia, dei reati sessuali alla persona e stalking alle donne non esita a prendere una posizione netta: "Basta trattare questi uomini come poveri maschietti malati d’amore. Non è amore malato, non è amore quello che porta una persona a fare del male. Le donne devono convincersi di questo. La magistratura deve comprendere che questi soggetti sono pericolosi criminali. Non vanno giustificati. Sono sudbdoli manipolatori affettivi. Questi uomini sono capaci per mesi o per anni di manipolare la compagna con la scusa dell’amore. Si nutrono del dolore altrui".  

Uno dei problemi principali è rappresentato dalla difficoltà da parte di chi è vittima di stalking di riuscire ad alzare la testa e, in primis, di riconoscere l'esistenza e la gravità del problema. Troppo spesso, infatti, sono le stesse donne ad avere la tendenza a giustificare determinati comportamenti. Che in realtà sono veri abusi. "Ci sono segnali ben precisi, che vanno riconosciuti e interpretati - sottolinea Mirabile - . Uno di questi è l'estremo decisionismo dell'uomo. Al ristorante, per esempio, anche durante le prime uscite sceglie lui cosa dovrà ordinare la persona che è con lui. Spesso lo si scambia per gesto di carineria e gentilezza, in realtà può nascondere prevaricazione".

Quella dei manipolatori è spesso una specie subdola, che si nasconde dietro piccoli gesti quotidiani che però contribuiscono a condizionare la mente di chi li frequenta. Un esempio? "Non metterti quella gonna, è troppo corta. Devo vederti solo io": affermazione che può essere scambiata per un segno di attenzione, ma che può nascondere gelosia morbosa. Un altro esempio è quello di utilizzare due pesi e due misure a seconda di chi mette in atto il comportamento: ricevere numerosi messaggi sul cellulare da parte della donna può essere sintomo di rapporti con amanti, mentre l'uomo manipolatore non ritiene di dover dare spiegazioni alla partner. "Abbiamo donne che cominciano a capire la gravità della situazione solo quando ad andarci di mezzo sono i figli piccoli o quando ascoltano consigli su come prendere coscienza di quello che stanno vivendo e di come possono denunciare - aggiunge il presidente della onlus -. C'è chi comprende leggendo alcuni libri su come riconoscere le caratteristiche dei manipolatori. Che possono essere non solo mariti o compagni, ma anche padri, fratelli, parenti, amici". Già, perché sempre più spesso sono gli uomini a voler controllare le donne. "Un altro momento delicato - afferma Roberto Mirabile - è quello della denuncia.

Spesso alle donne che si recano nelle caserme o nei Commissariati non viene prestata la giusta attenzione. Accade troppe volte che chi vuole denunciare un abuso da parte di un parente o di un compagno venga liquidato frettolosamente. "Ci sono troppe donne a cui viene sbattuta la porta in faccia. Servono professionalità e sensibilità, competenza - dichiara il presidente de La Caramella Buona -. Inoltre cosa succede dopo la denuncia? Non abbiamo strutture di accoglienza e rifugi, abbiasmo donne che scappano di notte e non sanno dove andare, non hanno soldi per permettersi una sistemazione. È vergognoso. Non dimentichiamoci, poi, il dopo: l'aggressore magari viene condannato, ma quando esce dal carcere cosa succede? Come si viene tutelati? Non esiste un percorso per avere una nuova vita, una vita serena".

Ecco quindi che entra in campo il tema cruciale della prevenzione: "L'educazione civica nelle scuole è fondamentale, ma bisogna insegnare anche l'educazione al rispetto degli altri e di se stessi. Le donne devono capire fin da piccole che devono rispettare se stesse e farsi rispettare".