Pratiche magiche, abusi sessuali e minacce: gli orrori della Setta delle bestie

Psicologi, maestre di danza, manager: in 26 alla sbarra per associazione a delinquere e violenze di gruppo Agli atti le storie di nove vittime. Il gruppo è stato attivo per 30 anni

Una bibbia e delle candele utilizzate per un rito esoterico

Una bibbia e delle candele utilizzate per un rito esoterico

Milano, 23 febbraio 2023 - Si facevano chiamare Setta delle bestie perché alcuni di loro si erano dati nomi, anche vezzosi, di animali: lumachina, capretta, cavallo-baio, volpetta. Saranno in ventisei al processo che si aprirà domani davanti alla Corte d’Assise di Novara, competente per territorio. L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata a delitti contro la sfera sessuale, fra cui violenze sessuali aggravate e di gruppo, anche su minori. Tutti milanesi o lombardi gli imputati. Una quindicina abitano nella metropoli. Gli altri fra hinterland e provincia (Buccinasco, Cormano, Paderno Dugnano, Locate Triulzi, Senago, Legnano), Vigevano, Brezzo di Bedero (Varese), Pontirolo Nuovo (Bergamo). Fra loro manager, imprenditori, insegnanti, maestre di danza, psicologhe, autori di libri. Le donne, una ventina, sono in maggioranza.

In attesa che i test clinici ne accertino la capacità di stare in giudizio, è sospeso il procedimento per il presunto capo, Gianni Maria Guidi, 79 anni, di Milano, “il Dottore”, “il Pontefice” o “Re bis”, e la sua principale collaboratrice, Sonia Martinovic, ritenuta la “mami” delle adepte (fuoriuscita nel 2013). Due scuole di danza e un centro psicologico erano i luoghi di adescamento, una casa editrice, una bottega artigiana, un’erboristeria quelli di indottrinamento, mentre le pratiche sessuali si svolgevano nella "casa nei boschi" di Cerano, nel Novarese, a Milano (in via Imbonati e in via Montecuccoli), a Vigevano (località Sforzesca e Case Nuove), a Montù Beccaria, nell’Oltrepò Pavese, a Rapallo. Il gruppo ha operato dal 1990 al 2020.

Agli atti le storie di nove vittime. Quattro, all’epoca, minori di 10 anni. Fra queste la Giulia (oggi 35enne) che con la sua denuncia alla Questura di Novara ha svelato l’esistenza della setta, dove era entrata a 7 anni, introdotta da una zia. "Venivano inserite - scrivono nella richiesta di rinvio a giudizio le pm della Dda di Torino, Lara Ruffino e Paola Stupino, e la pm di Novara Silvia Baglivo - sfruttando il vincolo di fiducia dei familiari già appartenenti al gruppo, venivano inculcate le teorie della setta tramite iniziazione a ‘pratiche magiche’ per annullare ‘l’io pensante’. Le vittime venivano così allontanate dalle famiglie, terrorizzate mediante minacce di malattie, disgrazie in caso di allontanamento o rivelazione circa l’esistenza della setta e poi indotte a subire plurimi abusi sessuali". L’opera di asservimento psicologico aveva anche finalità economica. Le vittime erano "oggetto di sfruttamento lavorativo nelle numerose attività del gruppo". "In questo processo - dice l’avvocato Silvia Calzolaro, che assiste Giulia, Caterina e l’associazione Mai+Sole - sono stati rinviati a giudizio gli autori delle violenze fisiche e psichiche. Le testimonianze delle ragazze squarceranno il velo sulle nefandezze subite". Ad assistere le altre ragazze gli avvocati Marco Calosso, Elisa Anselmo, Silvio De Stefano.