Partenza faticosa, quest’anno forse più del solito, per la scuola, che inizierà comunque con parecchie cattedre ancora da assegnare, nonostante il lavoro degli uffici scolastici delle ultime settimane. Secondo gli ultimi dati dopo le nomine a tempo indeterminato, restano circa 21mila nomine annuali da fare per coprire i posti da graduatorie provinciali di supplenza. “Mancano migliaia di nomine all’appello, solo per i docenti – spiega Massimiliano De Conca, eletto segretario generale Flc Cgil Lombardia -. Il motivo? Non è questione di mancanza di personale, di docenti, quanto piuttosto delle procedure, all’interno di un sistema che è molto cervellotico, in quanto ci sono molte cose da incrociare. Quando ciò accade in una regione come la Lombardia, che ha numeri molto elevati, il sistema si ingolfa. Ad esempio, ci saranno 4mila assunzioni da fare entro la fine del 2024 sulle 10mila previste, per effetto del ritardo dei concorsi. Ciò significa che anche nei mesi prossimi ci saranno cambi di cattedre, perché i vincitori di concorso, che magari attualmente hanno perso una supplenza, se nominati lasceranno l’incarico provvisorio. Parliamo di numeri importanti, 1.850 solo nelle primarie su posto comune, 900 ad esempio per l’insegnamento di italiano”.
Che l’inizio di questo anno scolastico sia particolarmente travagliato lo dimostra anche il caso dei tremila supplenti annuali chiamati nella serata di sabato 31 agosto perché si presentassero il lunedì mattina per la presa in servizio, per poi scoprire che tutto era stato sospeso, per effettuare verifiche, doverose certo, ma che hanno lasciato migliaia di persone (molte arrivate da fuori provincia) nel limbo per un paio di giorni.
Altro tema è quello dei Dsga, i direttori dei servizi amministrativi necessari anche solo per acquistare materiale per le scuole. Venerdì si sono concluse le immissioni in ruolo per 369 direttori (in esito alla Procedura valutativa per la progressione all’area dei funzionari e dell’elevata qualificazione); assegnati 22 incarichi ad interim e 103 incarichi annuali. “Celerità ed efficienza hanno contraddistinto la procedura di reclutamento nella nostra regione”, afferma l’Ufficio scolastico regionale. “Con l’ingresso dei nuovi Dsga – prosegue la nota - saranno immediatamente evidenti le ricadute positive per le segreterie scolastiche, che – come è noto – sono chiamate a gestire l’attività amministrativa ordinaria con gli ulteriori carichi di lavoro legati alle numerose linee di investimento del Pnrr dedicate alle scuole”.
Risultano, però, ancora metà delle posizioni vacanti e disponibili da coprire, fabbisogno che sarà soddisfatto entro settembre. In molti casi, alla mancanza di un Dsga (in attesa che si completi l’iter) si affianca anche la mancanza del dirigente scolastico ‘titolare’: in 250 istituti si è dovuti ricorrere ai reggenti, per effetto della sospensione delle assunzioni su pronunciamento del Tar del Lazio. La precarietà nella scuola è, del resto, una costante. “Un docente su 4 è precario, in media – sottolinea De Conca -. Questo è un danno per famiglie, studenti e lavoratori, che tutti gli anni devono passare per operazioni cervellotiche”.
Eppure, le famiglie, soprattutto in Lombardia, chiedono scuole sempre più aperte. Secondo i dati delle iscrizioni di febbraio, a livello regionale ben il 60,5% delle famiglie ha chiesto il tempo pieno (40 ore) per le primarie contro il 49,6% di media nazionale. Una percentuale alta, ma che potrebbe essere incrementata per arginare la povertà educativa: per farlo, è necessaria però la disponibilità di insegnanti e di spazi per la mensa, che non sono presenti dappertutto in modo omogeneo.