Immigrazione, richieste d’asilo: l’attesa in Lombardia è un calvario. "Diritti negati"

L’associazione di volontariato Naga bresciana segnala numerose difficoltà nell’accesso agli uffici. Documenti da presentare solo in lingua italiana e appuntamenti fissati anche a distanza di un anno

Difficoltà di accesso agli uffici, documenti in sola lingua italiana, lunghi tempi di attesa e richieste illegittime: così chiedere tempestivamente la protezione internazionale in diverse Questure lombarde diventa un’impresa impossibile. "È un diritto negato", commenta Emilia Bitossi, volontaria dell’associazione Naga, che garantisce assistenza sanitaria, legale e sociale gratuita a richiedenti asilo, rifugiati, stranieri.

L'appello

In un appello inviato a ministero dell’Interno, prefetture e questure di Milano, Varese, Monza e Brianza, Lecco, Como, commissione nazionale per il diritto di asilo, Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Milano e di Monza, e per conoscenza a Unhcr, Parlamento Europeo e Commissione europea, l’associazione ha elencato le criticità, monitorate da enti gestori di diverse province, che rendono impossibile chiedere protezione internazionale in tempi rapidi, in violazione delle norme europee e nazionali.

Da Milano a Varese

"A Milano, pur restando accampati per giorni fuori dagli uffici di via Cagni, i casi da noi monitorati impiegano anche più di un mese per poter accedere fisicamente agli uffici. Dal confronto con la Questura è emerso che hanno carenza di personale, ma questo problema non è giusto che ricada sulla pelle di queste persone". A Varese, risultano appuntamenti dati a 5 mesi di distanza per il primo accesso. "Tra i documenti richiesti c’è anche la dichiarazione di ospitalità, non prevista dalla legge", evidenzia Bitossi. Pur se non citata nel documento, anche a Brescia non mancano i problemi.

Ritardi e carenze

"Si registrano notevoli ritardi, pare per carenza di personale – spiega Bitossi -. Risultano appuntamenti fissati al 30 ottobre 2023, quindi a un anno di distanza". Dal monitoraggio effettuato tramite realtà che si occupano di accoglienza, risulterebbe che a Brescia la data dell’appuntamento viene scritta a penna su fogli di carta o sulla fotocopia del passaporto, mentre non viene rilasciato nulla di ufficiale se prima non viene fatta la fotosegnalazione. A Como, è necessario recarsi in Questura il martedì alle 8, ma in diversi casi è stato necessario tornare per 4-5 martedì di seguito, prima di poter presentare la domanda. A Monza bisogna richiedere un appuntamento tramite modulo presente sul sito (in italiano) da inviare via mail; i tempi di attesa per l’appuntamento arrivano anche a 3 mesi.