VIVIANA PONCHIA
Cronaca

Privacy violata da Bova a De Martino, la polizia: attenti, può capitare a tutti. Il sospetto è su un tecnico infedele

Strappato, dirigente della Postale: si condivide senza pensare alle conseguenze, ma i reati sono gravi. L’appello dei legali del presentatore: “Cancellate le immagini”

Privacy violata da Bova a De Martino, la polizia: attenti, può capitare a tutti. Il sospetto è su un tecnico infedele

Roma, 21 agosto 2025 –  ​​​​​​La storia dei filmati rubati che ha reso triste Stefano De Martino è diversa dalla storia delle chat che ha reso triste Raoul Bova e ancora diversa dalle storie di ‘Mia moglie’, la pagina Facebook chiusa ieri da Meta, che rende tristi un po’ tutti. Tutte e tre, però, raccontano la stessa Italia: becera, guardona, appagata da parole e immagini sulle quali un branco indistinto si avventa con gusto. E che scarica, condivide, scambia con un clic su chat e gruppi per un like, senza pensare alle conseguenze. Per gli altri, ma anche per sé.

Stefano De Martino
Stefano De Martino

Ad agosto è andata così. Per tutto il mese la Polizia Postale, il Garante della privacy, i magistrati hanno rincorso ladri di intimità, fatto la gimcana in una palude di violenza che ricorda per prossimità e squallore il caso Pelicot, ma minaccia di andare oltre. A De Martino sono stati rubati in casa i filmati con la fidanzata Caroline Tronelli, sono stati diffusi sul web, è seguita l’immancabile pioggia di commenti offensivi. Ha denunciato. Come pure ha fatto Raoul Bova, martirizzato per le carinerie indirizzate a Martina Ceretti, riscattato da sussulti di orgoglio. A schiena dritta anche la reazione di Meta per le spose in parte ignare sbattute sotto gli occhi di 32 mila iscritti: “Questo è sfruttamento sessuale di adulti, non lo consentiamo sulle nostre piattaforme. Questi gruppi sono abominevoli”. Pagina rimossa, ma intanto povere mogli.

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Ecco il catalogo: tradimenti da parte dei mariti, ritorsioni da parte di amici e fidanzate auspicate, addirittura autogol delle telecamere messe in casa per mettere in sicurezza l’abitazione, come è successo a De Martino. Chi ci pensa all’occhio che tutto vede e controlla quando è travolto dalla passione in casa propria? Chi può immaginare che l’atteggiamento affettuoso su un divano possa finire in rete? Lo showman ha denunciato l’illecita intrusione, il garante per la privacy ha disposto lo stop alla divulgazione, la polizia postale si è messa sulle tracce di chi è riuscito a estrarre i filmati dal sistema installato nell’abitazione della compagna. L’eventuale risarcimento del danno andrà in beneficenza per iniziative a favore dei bambini e contro il cyberbullismo, ma il danno è fatto e gli avvocati Angelo e Sergio Pisani – che non escludono addirittura la mano di un tecnico infedele che possa aver scaricato i filmati – avvertono: cancellate tutto il materiale pubblicato senza consenso per non incorrere anche indirettamente in gravi reati e contribuire ad alimentare un mercato illecito e pericoloso. Accesso abusivo a sistema informatico, un salto di qualità rispetto alle competenze dei voyeur di una volta.

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Barbara Strappato, primo dirigente della Polizia di Stato e direttore della Prima Divisione del Servizio Polizia Postale per la sicurezza cibernetica, è costernata. Il tema non è tanto quello della compravendita di questi filmati, ma della loro pubblicazione e condivisione su siti, chat, telegram, facebook, spesso solo per un like. “Siano immersi in un grande squallore – dice -. È tutto il mese che stiamo dietro a queste vicende mortificanti, reati inerenti alla sfera sessuale statisticamente sempre in aumento in estate. Penso alle poverette che credono di essere dentro a una vita di coppia blindata e si ritrovano sotto gli occhi di 32 mila sciacalli, un numero spaventoso”. La vicenda De Martino, spiega non è una novità: “Abbiamo avuto già in passato numerosi casi di persone inconsapevoli strappate all’anonimato dalle telecamere di sorveglianza, quelle che si mettono in casa per stare tranquilli. Un bel paradosso”.

Anche le segnalazioni sulla pagina ‘Mia moglie’ sono arrivate a loro, almeno un migliaio: “Signore sconcertate che vedevano la propria intimità in un luogo immaginario aperto a tutti”. Tutti possono essere, in teoria, a rischio. “Io le telecamere consiglio di piazzarle in luoghi dove sappiamo che non ci sarà spazio per certe fantasie, per quanto ragionevolissime in casa propria. Io per esempio la mia l’ho fissata sul portone”. Va ripensata la cultura della protezione a livello informatico, insiste Strappato, l’attenzione deve essere diffusa e quotidiana. Perché il voyeurismo contemporaneo ha una detonazione mediatica impressionante. “E attorno a questo – spiega ancora Strappato – si muovono tante competenze: il garante, noi per la parte investigativa. Sono reati che violano in un colpo solo tante norme. Diffusione non autorizzata di immagini intime, violazione della privacy, trattamenti illecito dei dati personali. Si rischiano da uno a sei anni di galera e multe da 5 a 15 mila euro. E chi si limita a condividere è comunque colpevole”.

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È una fotografia dell’Italia che non le piace: “La sfera intima va custodita scrupolosamente, bisogna essere gelosi del proprio corpo. Io vado nelle scuole a ricordare ai più piccini: guardate che l’amore di oggi magari domani sarà l’amore di un altro e tutto ciò che è stato consegnato non vi apparterrà più. Cercate di capire quanto è bella la timidezza, il rossore, la voce che trema ma non costruite ricordi tecnomediati. Voi dimenticherete, iI web no”.