Primo Maggio: il tornio, il lucernaio e il trattore. Tutti i modi per morire di lavoro

L’allarme infortuni e le storie delle vittime del 2022: dai 29 ai 79 anni, tutti rischiano

La strage continua

La strage continua

C’è Ambra Sala Tenna, la postina di 29 anni, centrata dal furgone in una rotonda, mentre su una moto carica di corrispondenza, andava a consegnare raccomandate e bollette, c’è Giuseppe Finazzi, 79 anni e una vita di esperienza, che è rimasto impigliato con gli abiti in uno dei macchinari della sua officina ed è morto. Sono i due estremi, per sesso ed età, del lungo, penoso elenco delle vittime del lavoro in Lombardia. Sono 35 i morti che le cronache non sempre hanno registrato nei primi tre mesi del 2022 in Lombardia. L’ultimo, insieme alla portalettere morta per lo schianto di Mariano Comense, è Rosario Frisina, 58 anni, di Cassina de’ Pecchi. Qualche decennio di esperienza sulla macchina che l’ha tradito. Ma la strage silenziosa racconta di storie diverse, unite da quell’istante fatale in cui le misure di sicurezza, l’eccesso di confidenza o l’inesperienza, si trasformano un un abisso improvviso. L’edilizia, spinta fin qui dalla febbre dei bonus, ha ucciso Luigi Rinaldi, 63 anni, a Novate Milanese, Stefano Anastasio, 50, stroncato per il ribaltamento di uno scavatore, Luigi Critti, 57 di Bergamo, inghiottito da un lucernario in un cantiere, Gabriele Ferronato, schiacciato da un elevatore nel Mantovano, come Luca Blondi, 50 anni, morto a Lissone, o Maurizio Geloso, 57, stritolato dalla piattaforma elevatrice in un condominio, o Jaroslav Marnka, 54, volato da 20 metri nella tromba di un ascensore in costruzione. Nomi che sbiadiscono, volti che si confondono e diventano statistica. L’ennesimo record, con un aumento del 60% degli infortuni rispetto al 2022. E intanto prosegue la promessa di controlli precisi, verifiche puntuali. Mentre la strage prosegue, nel silenzio.