Palestre e piscine, quando riaprono? Le ipotesi con il nuovo Dpcm

Per le strutture sportive è probabile che il governo Draghi decida di aspettare ancora, magari fino a dopo Pasqua

Allenamento in palestra

Allenamento in palestra

Milano, 25 febbraio 2021 - Dopo il decreto legge Covid emanato dal governo Draghi, è in arrivo il nuovo Dpcm, che andrà a sostituire quello in scadenza il 5 marzo e che sarà in vigore fino al 6 aprile (vacanze di Pasqua comprese), ma che non sarà molto diverso dal precedente. La variante inglese si sta diffondendo molto velocemente, l'Rt si appresta a superare la soglia 1 e le terapie intensive in 8 regioni sono sopra la soglia critica del 30%. È perciò necessario "non allentare le misure adesso" ha ribadito il ministro della Salute Roberto Speranza alle Regioni, nel corso della riunione di questa mattina. A prevalere sarà dunque la linea della massima prudenza, nonostante le continue richieste di riaperture serali di ristoranti ed altre attività come palestre, piscine, cinema e teatri. Per una definizione del Dpcm si attendono i dati del monitoraggio settimanale del venerdì dell'Istituto superiore della sanità. Nella stessa giornata sarà condivisa con le regioni una prima bozza del testo e poi il Cdm per il via libera dovrebbe essere convocato venerdì alle 12.30.

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Palestre e piscine ancora chiuse

Per le riaperture, quindi, ci sarà da attendere. Molta preoccupazione per i gestori di palestre e piscine: il ministero dello Sport aveva chiesto un parere al Comitatio tecnico scientifico. La risposta è arrivata ed è contraria: secondo gli esperti queste strutture possono riaprire solamente con meno di 50 contagi ogni 100mila abitanti, il parametro da fascia bianca dove,a l momento, non riesce ad entrare nessuna regione. Solo più avanti, quindi, si valuteranno gli indicatori, che potrebbero essere rivisti in un secondo momento e che potrebbero essere fondamentali per valutare la possibile riapertura degli impianti per le attività sportive con lo scaglionamento degli ingressi in queste strutture. Non bastano al momento le regole più stringenti che erano state definite. Si sta valutando la possibilità di autorizzare esclusivamente le lezioni individuali. Restano consentite, anche in zona rossa, le attività motoria e sportiva individuali e all'aperto.

"Attesa snervante e pericolosa"

"Aspettiamo il 5 marzo per capire cosa accadrà realmente ma siamo molto poco fiduciosi che possa esserci uno spiraglio alla riapertura, almeno in Lombardia. Aspettiamo e vediamo cosa deciderà il governo per poi eventualmente prendere delle posizioni, ora siamo ancora tutti bloccati". E' quanto ha detto all'Adnkronos Marco Contardi, presidente di Arisa, l'associazione lombarda delle imprese dello sport e delle arti del benessere fisico che aderisce alla Confcommercio milanese, in merito alla riapertura delle palestre e piscine. "Le indicazioni che sono arrivate per le piscine con i 10 metri di distanziamento invece dei 7 precedenti sono ulteriormente gravosi per i gestori - ha spiegato Contardi -. L'attesa sta diventando davvero snervante e pericolosa". Dopo la decisione del governo, che dovrebbe esprimersi entro il 5 marzo prossimo, data di scadenza del dpcm firmato da Conte, "vedremo se far sentire la nostra voce perché il settore sta soffrendo oltre misura - ha rimarcato -. I dati   parlano chiaro, con molte palestre che non apriranno più, soprattutto sul territorio di Milano. La situazione è davvero molto pesante".

Presidio in corso Monforte a Milano

Questa mattina, i rappresentanti del mondo sportivo hanno manifestato in corso Monforte, a Milano, mandando una delegazione a colloquio con il prefetto per chiedere certezze per uno dei settori più penalizzati dal Covid. "Solo in Lombardia parliamo di 150mila lavoratori, di cui solo il 15% hanno un contratto di lavoro - hanno spiegato Mario Santini, della Nidil Cgil, e Francesco Aufieri, della SLC Milano - Il fatto che il Governo non abbia dato ad alcun ministro la delega per lo Sport, né ad alcun sottosegretario, non ci fa bene sperare per il futuro. Servono ristori e bonus per la nostra categoria, altrimenti si va verso il fallimento". Però, sembra ci sia la conferma per la riforma dello Sport. "Il rappresentante del prefetto pur non potendoci dare una conferma assoluta, ci ha detto che in base alle informazioni di cui la prefettura dispone la riforma dello Sport dovrebbe essere approvata entro la data del 28 febbraio", ha detto ai lavoratori presenti Attilio Naddei, responsabile regionale per i lavoratori dello sport della Lombardia della Cgil, che ha reso noto anche l'invio di una lettera inviata al nuovo premier Mario Draghi, "per avere un canale di comunicazione con la presidenza del Consiglio" per discutere dei problemi della categoria.

Le soluzioni alternative

A un anno di distanza dalla prima chiusura, ci sono molte realtà che stanno facendo di necessità virtù, cercando modi alternativi per proseguire la propria attività nel rispetto delle norme anti contagio: dopo i corsi online e quelli all'aperto nei parchi, ora c'è chi si sta attrezzando per creare autentiche palestre fuori dalla palestra