Bolzano, coppia scomparsa: il figlio Benno non risponde ai magistrati

Il 30enne è accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere. I genitori non si trovano dal 4 gennaio scorso

Benno Neumair e, a destra, mamma e papà scomparsi

Benno Neumair e, a destra, mamma e papà scomparsi

Bolzano, 30 gennaio 2021 - Benno Neumair,  in stato di fermo e accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere dei propri genitori, questa mattina nel corso dell'interrogatorio di garanzia in Tribunale a Bolzano si è avvalso della facolta' di non rispondere. Dopo 24 giorni di contraddizioni, errori e piccole ammissioni, il trentenne insegnante di fitness ha contrattato una sorta di resa con la procura e si è consegnato l’altra notte, convinto dagli avvocati Angelo Polo e Flavio Moccia. . "È sereno e non ha assolutamente confessato. Abbiamo solo preceduto il fermo. Contro Benno c’è un comportamento mediatico colpevolista", hanno detto i legali. Nel corso dell'udienza hanno chiesto la scarcerazione dell'assistito. Il gip Carla Scheidle di pronuncerà nel pomeriggio. 

La scomparsa di Peter e Laura

Di Peter Neumair e Laura Perselli, 63 e 68 anni, entrambi insegnanti in pensione, non si hanno più notizie dalla sera del 4 gennaio. I loro cellulari si spengono alle 21, ma è probabile che a quell'ora fossero già morti. Quale potrebbe essere il movente, se ad ucciderli fosse stato Benno?  La dipendenza dagli anabolizzanti che ne aveva distrutto sempre più il carattere facendolo diventare violento o una controversia economica con il giovane che rivuole dai genitori i soldi spesi per l’università di Innsbruck. Benno – che continua a negare – potrebbe avere ucciso sua madre e suo padre al termine dell’ultima lite, verso le 20 del 4 gennaio nella villa di via Castel Roncol. Poi, potrebbe avrli ha caricati sulla loro Volvo e gettati nell’Adige all’altezza del ponte di Vadena, dove il Ris dei carabinieri ha individuato tracce di sangue del padre.

La Volvo e la notte a casa di Martina

Nei giorni scorsi i carabinieri del Ris hanno analizzato la Volvo V70 di proprietà di Laura e Peter, smontandola pezzo per pezzo. L'ultimo a utilizzarla è stato Benno, che l'ha guidata per raggiungere l'amica Martina, indagata con l'accusa di favoreggiamento. Con lei Benno ha trascorso la notte del 4 gennaio, prima di alzarsi in tutta fretta alle 5 di mattina e tornare a casa per uscire con il cane a fare una passeggiata, almeno secondo la sua versione dei fatti. E sempre lei la sera del 4 gennaio, dopo che Benno ha fatto una doccia in casa sua (anche se aveva sempre detto di averla fatta a casa dei genitori), ha lavato gli indumenti che aveva addosso il giovane al suo arrivo a Ora. Sull vettura, che il ragazzo utilizzava molto raramente preferendo muoversi con i mezzi, sono state isolate macchie di sangue e tracce biologiche. Ritrovamenti che, nell'opinione dell'accusa, danno sostanza all'ipotesi che il figlio di Laura e Peter abbia trasportato sulla quattro ruote i corpi dei genitori, dopo averli uccisi nella villa di famiglia, liberandosene – forse gettandoli dal ponte – prima di raggiungere l'abitazione dell'amica. A destare ulteriori sospetti c'è poi la circostanza che i militari dell'Arma il 12 gennaio, otto giorni dopo la sparizione degli insegnanti in pensione, abbiano bloccato Benno e un'amica – non Martina – mentre entravano in un autolavaggio, con l'evidente obiettivo di pulire l'auto. Certo, è possibile che sia una coincidenza e che Benno volesse lavare la vettura dopo averla sporcata negli ultimi giorni, ma gli investigatori vogliono approfondire questo episodio, anche perché all'interno della vettura è stata recuperata – e sequestrata – una bottiglia di acqua ossigenata.

L'alibi che non torna

Fra casa di Laura e Peter a Bolzano e l'abitazione di Martina a Ora c'è un tragitto di venti minuti. Benno, però, secondo la ricostruzione effettuata sulla base del racconto della ragazza e sulle immagini registrate dalle videocamere in cui si vede transitare la Volvo, ci ha messo quasi un'ora. Perché  questo scarto? Se lo chiedono gli investigatori, che sospettano Benno di aver scaricato i corpi dei genitori da qualche parte nel corso del percorso da via Castel Roncolo a Ora. Magari proprio nel punto dell'Adige sotto il ponte dove è stata trovata una macchia di sangue del papà. Durante il viaggio è stato accertato che Benno e Martina si sono sentiti. Perché queste telefonate? Il giovane appassionato di fitness ha detto di aver chiamato la ragazza perché si era smarrito. Con questo disorientamento e con la scelta di fermarsi a due chilometri dal ponte sull'Adige, presso il laghetto dei pescatori a riflettere e ascoltare un po' di musica, si spiegherebbe, secondo Benno, il prolungarsi del tragitto. L'avvocato di Martina, da parte sua, sostiene si tratti di normali telefonate fra ragazzi che si sono conosciuti da poco e hanno “bisogno” di sentirsi spesso vicini, anche a poco tempo da un incontro vis-a-vis.