Non ci sono i sostituti Diecimila pazienti senza cure

ARCORE (Monza)

Una è la città dove spesso passano i destini del Paese, l’altra il cuore della Silicon Valley italiana: Arcore e Vimercate, Brianza, 10.300 pazienti senza medico di famiglia, esattamente divisi a metà. Le proteste non si contano, mentre i comuni sono alla spasmodica ricerca di una soluzione. In entrambi i casi a innescare la crisi sono stati i pensionamenti dei titolari di condotta, un’emorragia in corso da mesi. Da luglio ad Arcore l’apertura di un ambulatorio "fuori mano", nella frazione di Cascina del Bruno, dove si avvicendano in tre, "ma è un palliativo". "Il dramma è che manca completamente il rapporto medico-paziente e nei casi come il mio – racconta Luigi, malato di Parkinson – è essenziale. Siamo persone, non numeri o rimborsi. Forse chi può decidere come vanno le cose, se l’è scordato".

Il sindaco Maurizio Bono sta cercando di aprire un altro ambulatorio di continuità assistenziale dalla parte opposta della città "per andare incontro agli anziani senza macchina". Ci saranno altri quattro specializzandi che potranno diventare stabili con il concorso, in autunno. I dottori rimasti faranno da tutor. Stesso copione a Vimercate dove il grosso dei 5.300 "orfani", 2.400 per l’esattezza, dovrà fare riferimento alla guardia medica, come i vicini, ma alla Casa di comunità. Altri 800 invece sono stati riassorbiti nelle liste di camici bianchi ai quali è stata ampliata la capienza e 1.600 finiranno in carico a una sostituta.

Bar.Cal.