STEFANIA TOTARO
Cronaca

Monza, ragazzine violentate nel solaio della nonna: “Agiva per senso di impunità"

Le motivazioni della giudice che ha condannato a 7 anni e 4 mesi il 27enne

Un tribunale

Un tribunale

Monza – Non un violentatore "seriale" di ragazzine, ma comunque un giovane capace di ricommettere lo stesso reato, a distanza di oltre un anno, con "modalità già sperimentate in passato, nell'indifferenza della denuncia già sporta contro di lui, per il senso di impunità maturato dalla difesa superficialmente assunta dagli amici e dalla conseguente iniziale archiviazione" delle accuse.

Questa la motivazione per cui la gup del Tribunale di Monza Francesca Bianchetti ha condannato nel processo con il rito abbreviato a 7 anni e 4 mesi di reclusione (un anno in più di quanto chiesto dalla Procura) il 27enne S.M., residente a Cavenago Brianza, imputato di avere violentato nel solaio della nonna due ragazze minorenni. I fatti contestati risalgono al 2015 e 2016. S.M. era scampato alla prima querela per violenza sessuale presentata nel 2015 da una 17enne e poi archiviata per mancanza di prove sull'effettivo dolo nel suo comportamento.

Nel 2021 però un'altra presunta vittima ha confidato alle amiche di essere stata abusata dallo stesso giovane 5 anni prima quando aveva 16 anni e loro l'hanno convinta a presentare la denuncia. Soltanto questa ragazza si è costituita parte civile al processo, ottenendo una provvisionale di 30mila euro sul risarcimento dei danni. La giudice ha definito l'imputato una persona "abituata ad agire carpendo il consenso o ignorando il dissenso" delle ragazze, fatto dimostrato dalla testimonianza della ex fidanzata "sulla gravidanza indesiderata conseguenza di rapporti non protetti con il giovane nell'erronea convinzione della sua sterilità". Con un precedente nel 2014, raccontato alla ragazza dalla nonna e dalla madre di S.M., "di un'altra minorenne costretta all'interruzione di gravidanza". La nonna dell'imputato, condannato due volte per maltrattamenti nei confronti dell'anziana, è risultata "non dubitare dell'approccio sessuale del nipote, pur attribuendone la responsabilità all'abbigliamento succinto" della 17enne, che si era presentata "con un paio di pantaloncini e una maglietta". Dal canto suo, l'imputato ha sempre negato le accuse sostenendo che entrambe le ragazzine hanno accettato l'invito e le avances e che, quando una delle due minorenni si è tirata indietro, lui non ha insistito. La difesa è pronta a ricorrere in appello contro la condanna.