FEDERICA PACELLA
Cronaca

Dalle tempeste improvvise alla sabbia del Sahara: “Eventi estremi più frequenti”. Cosa sta succedendo e cosa si può fare

Milano, Maurizio Maugeri insegna Fisica dell’atmosfera alla Statale: il nodo delle temperature. “Il cambiamento climatico non incide sul singolo episodio ma ha mutato tutto il sistema. Azzerare le emissioni unica via”

Milano – Pioggia incessante poi le temperature estreme, tempeste improvvise, sabbia del Sahara che ricopre le città lombarde. "Dobbiamo abituarci, questo è il presente e sarà ancor di più il futuro". A dirlo, Maurizio Maugeri, docente di Fisica dell’atmosfera all’Università degli Studi di Milano.

Tetti scoperchiati in Valle Seriana dopo il passaggio di una tromba d'aria
Tetti scoperchiati in Valle Seriana dopo il passaggio di una tromba d'aria

Professore, in queste ore si fa la conta dei danni della tromba d’aria che ha colpito la Bergamasca, ma è solo l’ultimo degli eventi estremi che hanno colpito la Lombardia (e non solo) nelle ultime settimane. Cosa sta succedendo?

"Partiamo col dire che oggi l’esposizione sui media di questi temi è molto cresciuta rispetto a una volta. C’è un mix di fenomeni naturali e di maggiore attenzione a questi fenomeni. Per quanto riguarda gli eventi estremi, è molto difficile attribuire direttamente il singolo episodio al cambiamento climatico, mentre sappiamo che questo ne aumenta la frequenza. Il dato indubitabile è l’aumento delle temperature. In Italia, da inizio ’800, è stato di 3°C. Fenomeno globale, ma il Mediterraneo e l’arco Alpino hanno visto un cambiamento più forte".

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Come mai?

"In generale, l’aumento delle temperature è stato più forte nelle aree continentali. Nel sistema complesso dell’atmosfera, poi, il cambiamento climatico muta la circolazione atmosferica, per cui l’incremento della temperatura si sovrappone a una maggiore frequenza dell’anticiclone subtropicale, che significa avere un clima più caldo. Lo scorso anno, ad agosto abbiamo avuto lo zero termico sopra i 5mila metri, proprio per effetto di questi sistemi circolatori che, con più frequenza, portano masse d’aria caldissime".

I ghiacciai sono il termometro del clima. Oggi in quota c’è una quantità di neve che non si vedeva da tempo, ma attorno ai 2.700-2.800 metri le polveri sahariane accelerano il processo di scioglimento. Cosa dobbiamo aspettarci?

"I ghiacciai sono in regresso su tutti i sistemi montuosi del mondo. Noi ci aspettiamo che entro fine secolo si ridurrà anche l’acqua stoccata sotto forma di ghiaccio".

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Dobbiamo abituarci a tutto questo?

"Per forza. Ma quanto vediamo dipende da noi: solo l’uomo è responsabile del cambiamento climatico. Dobbiamo azzerare le emissioni da qui a 30 anni, sapendo che, anche se fossimo bravi ad agire subito, i risultati avranno tempi molto lunghi".

C’è chi dice che gli sforzi che potremo fare in Europa non avranno effetti se altri continenti non faranno lo stesso.

"C’è molta dialettica, ma non è vero che gli altri non stanno facendo nulla. L’Europa con molta generosità sta facendo da apripista nel ridurre le emissioni. Sui tempi è compito della politica definire la velocità, ma non c’è dubbio che questa sia la strada da percorrere".