Allarme medici di base in Lombardia: mancano 1.435 camici bianchi

I professionisti che stanno completando l’Accademia di formazione non riescono a coprire tutti i posti vuoti dovuti ai pensionamenti

Medico di base (Foto di repertorio)

Medico di base (Foto di repertorio)

La buona notizia è che, di anno in anno, i diplomati medici di medicina generale aumentano. La cattiva notizia è che, per sostituire quelli che mancano e che andranno in pensione, ci vorrà molto tempo.

I numeri danno, infatti, una rappresentazione plastica delle difficoltà che si riscontrano sul territorio, dove i medici di medicina generale lombardi si trovano ad avere più di 1.500 pazienti (ma si arriva anche a 1.800) perché mancano colleghi che coprano i diversi ambiti, con buona pace della qualità del lavoro. Partendo dalla buona notizia, dopo i 285 diplomati del 2023, PoliS-Lombardia ha comunicato che a marzo 2024 si sono diplomati i primi 42 medici di medicina generale nella prima sessione di diploma dell‘anno.

Il numero più elevato è l’ammissione in Asst Lariana (7), seguita da Spedali Civili e Garda (6), e Asst Brianza e Santi Paolo e Carlo (4). Nelle altre Asst si viaggia da 1 a 3 ammessi. Se consideriamo, però, che i diplomati erano stati 348 nel 2022, 136 nel 2021, 90 nel 2020, 87 nel 2019, 82 nel 2018, 103 nel 2017 e 89 nel 2016, si nota un aumento costante all’Accademia di formazione sociosanitaria della Lombardia costituita in PoliS-Lombardia. D’altra parte, però, nel complesso dal 2016 ad oggi sono stati 1.262 i medici diplomati. Un numero importante, ma che non riesce a controbilanciare quelli che mancano. Basta considerare che, dal monitoraggio pubblicato un mese fa da Regione Lombardia sugli ambiti carenti, di medici di base in regione ne mancano 1.435.

"Il numero di diplomati è cresciuto, ma è insignificante rispetto ai pensionamenti – spiega Nicola Bastiani, medico di medicina generale a Coccaglio e consigliere dell’Ordine dei medici di Brescia –. Inoltre molti colleghi diplomati avevano già un ambito, quindi molti posti carenti restano senza medico". La mancanza di medici di famiglia si riversa sui pazienti. "In molti posti sono stati attivati ambulatori temporanei, che sono poco più di una guardia medica, per urgenze e ricettazione di farmaci nei cronici, mentre un medico di medicina generale ha sott’occhio tutte le problematiche del paziente nel complesso, anche personali e familiari oltre alle patologie".

Per ovviare al problema, molti Comuni hanno aumentato il massimale, incrementando però il carico di lavoro dei medici. "Per sostenere la mole di lavoro è necessario avere un’organizzazione solida. Io penso che sia utile investire in forme associative. Fondamentale anche potenziare il personale in studio, per evitare il calo di qualità". Poi ci sono soluzioni che non competono ai singoli medici, ma sono necessarie per le scoperture. "Pianificare meglio le borse di studio – sottolinea Bastiani – e coinvolgere i medici nelle scelte strategiche sarebbe fondamentale. Inoltre, bisognerebbe creare team territoriali, con medici, infermieri, specialisti, assistenti socio sanitari: su questo sta lavorando molto l’Ordine di Brescia".