Catania, chi è Martina Patti: "Picchiava la bimba, voleva incastrare l'ex"

La famiglia della bimba uccisa a Catania attacca la madre e rivela anni di veleni e bugie

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Una bimba di cinque anni uccisa dalla madre. Il più atroce dei delitti che si possa mai immaginare. La piccola Elena è stata uccisa dalla madre Martina Patti, 23 anni, che prima di confessare il terribile gesto ha inventato il rapimento della figlia per sviare le indagini. Un quadro già di per sè raccapricciante, dietro il quale però si nascondono anni di veleni e bugie in famiglia. Come afferma lo psichiatra del Fatebenefratelli Sacco di Milano, Claudio Mencacci, non si diventa Medea all'improvviso. Fondamentale è il contesto così come sono fondamentali i fattori di rischio. 

Ecco quindi che dai racconti delle famiglie di Martina Patti e del 24enne Alessandro Dal Pozzo, padre di Elena ed ex compagno di Martina, emerge una situazione particolarmente difficile. Secondo la ricostruzione della Procura di Catania, infatti, i "due ex conviventi, a prescindere dalla gestione apparentemente serena della figlia Elena, avevano allacciato nuovi legami e non apparivano rispettosi l'uno dell'altro". Martina Patti soffriva del fatto che Alessandro Dal Pozzo si fosse ricostruito una vita con un'altra donna. Questo sarebbe il movente alla base dell'omicidio della piccola Elena: la gelosia nei confronti di quel nuovo rapporto, che peraltro faceva stare bene anche la bimba.   Martina avrebbe così avuto una crisi di abbandono, temendo di perdere anche la figlia, e per questo avrebbe cercato di rallentare e ostacolare gli incontri con i nonni paterni e la famiglia del padre. Che dal canto loro accusavano esplicitamente la donna di picchiare la piccola e di far di tutto per "incastrare l'ex". Beghe e angherie alimentate giorno dopo giorno fin quando non si è arrivati alla tragedia. Alla quale Martina non ha saputo per ora dare una spiegazione logica: "L'ho fatto ma non so perché".

I nonni paterni della bimba non riescono a darsi pace: "Non credevamo possibile una cosa del genere. Un rapimento era impensabile. Non si poteva immaginare quello che è successo. Mi sembra tutto così strano, assurdo. La madre di Elena era una ragazza molto chiusa, ma non riesco a spiegarmi il motivo di quello che è accaduto. Ma adesso chi è stato deve pagare, anche chi l'ha eventualmente aiutata. Elena era una bambina meravigliosa, mentre sua madre aveva un atteggiamento autoritario e aristocratico, non rispondeva mai al telefono alle mie chiamate e decideva lei quando portarci la bambina". "Quando litigavano, Elena non voleva andare via da casa nostra - ricorda la nonna distrutta dal dolore -. Un giorno la mamma le stava dando botte e gliela abbiamo dovuta togliere dalle mani".

Intanto emergono nuovi particolari sull'interrogatorio di Martina Patti: "Ha agito come se non fosse lei, come se avesse avuto una forza sovrannaturale alla quale non ha potuto resistere e non c'è stato un pensiero che l'ha potuta frenare". Così l'avvocato Gabriele Celesti torna sulla ricostruzione fornita sul movente dell'omicidio dalla sua assistita. La donna è accusata di omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di cadavere. "È stato un interrogatorio drammatico - ha ricostruito il penalista - lei non è una donna fredda e calcolatrice, ma una donna che sta prendendo consapevolezza del fatto. È ovviamente sconvolta, perché ha sconvolto non solo la propria vita, ma anche quella della propria famiglia e di quella del suo ex compagno. E le ripercussioni saranno gravi".