FEDERICA PACELLA
Cronaca

Attività sportive a ostacoli: in Lombardia una scuola su due non ha neppure una palestra

Nella metà delle province la percentuale di edifici sprovvisti supera la soglia del 60% Pavia, Mantova e Sondrio sono le meno attrezzate. Va meglio a Monza, Bergamo e Milano

Campo da basket in una scuola

Campo da basket in una scuola

Secondo l’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, se la popolazione mondiale fosse più attiva, potrebbero essere evitati più di 5 milioni di morti ogni anno. Per questo le linee guida prevedono, per i bambini dai 5 ai 17 anni, almeno una media di 60 minuti al giorno di attività fisica di intensità moderata o vigorosa, per lo più aerobica, per tutta la settimana e integrare, almeno 3 volte a settimana, con attività aerobiche energiche, unitamente a quelle che rafforzano muscoli e ossa, oltre che ridurre il tempo trascorso in sedentarietà. La scuola dovrebbe essere il luogo che consente a tutti di accedere alle attività sportive, ma la realtà dei fatti è che, al di là dei programmi scolastici in cui l’attività fisica è ridotta a una o due ore a settimana, in buona parte degli istituti mancano gli spazi per lo sport.

I dati dell’Anagrafe dell’Edilizia scolastica, elaborati dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, parlano chiaro. Al 31 luglio, su un totale di 5.977 edifici scolastici in Lombardia, 3.382 non hanno una palestra. Più di una su due (56,6%), ma in alcune province la percentuale è ancora più alta: Pavia è a quota 66%, Mantova e Sondrio superano il 65%; segue Cremona con quasi il 64% e Lodi con il 61%. Sopra la media regionale anche Brescia con il 58,3%.

Sotto la media ci sono invece Bergamo (50,7% di scuole senza palestra), Como (53,5%), Lecco (53,7%), Milano (56,4%), Monza e della Brianza (41,8%), Varese (52,4%). Un problema strutturale cronico, che dovrebbe vedere qualche miglioramento grazie al Pnrr, ma che rischia di acuire le diseguaglianze tra gli studenti che, alle spalle, hanno famiglie che hanno tempo e risorse per le iscrizioni ai corsi sportivi privati e chi, invece, non ha questa possibilità. In alcuni casi i Comuni fanno la loro parte, con attività sportive extra a prezzi calmierati (a Brescia, ad esempio, la Loggia propone i corsi di avviamento allo sport), ma si è sempre nella sfera della discrezionalità (e delle possibilità di bilancio) delle singole Amministrazioni.

Qualche passo in avanti, sul fronte dello sport a scuola, potrebbe arrivare con l’inserimento dei nuovi docenti di educazione motoria alla scuola primaria per le classi quarte e quinte: il bando ministeriale prevede 1.740 posti in Italia, di cui 350 assegnati alla Lombardia. "Le criticità maggiori – commenta Luisa Treccani, segretaria Cisl Scuola Brescia e organizzativo Lombardia – sono legate alla gestione delle ore. Per il tempo pieno si ricavano 2 ore delle 40 di scuola, per il tempo normale si aggiungono, per cui c’è un po’ di confusione. L’importante è che dove si ricavano le 2 ore non diventi l’occasione per ridurre l’organico".