Stupri, la difesa del manager Di Fazio pronta a chiedere la perizia psichiatrica

Intanto la sorella di Di Fazio si dice estranea a una qualsiasi "protezione" del fratello

L’imprenditore farmaceutico, Antonio Di Fazio, 50 anni

L’imprenditore farmaceutico, Antonio Di Fazio, 50 anni

Milano, 31 maggio 2021 - Richiesta di perizia psichiatrica per Antonio Di Fazio, il manager farmaceutico accusato di aver violentato una ventunenne e sospettato di altri orrori simili. Questa è la carta che il legale difensore potrebbe giocarsi forte di alcune periziee effettuate alcunni orsono, durante la separazione dalla moglie,  dove l'uomo veniva definito con "difficoltà nel controllo degli impulsi, in particolare nella gestione della rabbia nelle situazioni di intensa sollecitazione emotiva con il rischio di perdita di controllo e di agiti aggressivi". Un'ipotesi quella della perizia psichiatrica che l'avvocato Rocco Romellano avrebbe preso in considerazione subito dopo i primi interrogatori delle presunte vittime e alla scelta di Di Fazio di rimanere in silenzio e di non rispondere alle domande del gip di Milano Chiara Valori. 

Moderno Barbablù

Per gli inquirenti Antonio Di Fazio avrebbe agito con altre giovani donne seguendo uno  schema molto simile a quello del sequestro e della violenza sulla 21enne, che lo ha già denunciato e per il quale è finito in carcere: l'invito in azienda e poi nella sua casa lussuosa in centro a Milano, con l'offerta  di uno stage formativo, e in seguito i tranquillanti a dosi massicce nelle bevande per renderle incoscienti, violentarle e fotografarle.

La sorella 

 «Maria Rosa Di Fazio è estranea a qualsiasi accusa, è stata sentita dagli inquirenti come persona debolmente informata sui fatti e non è indagata». Lo ha detto all'ANSA l'avvocato Guido Magnisi, che assiste la sorella di Antonio Di  Fazio. "Ha una sua vita - ha aggiunto l'avvocato - è un'oncologa  di fama nazionale se non internazionale e vive a San Marino, lontana geograficamente da quella situazione". Per quanto riguarda le ricette  di benzodiazepine da lei firmate e che sarebbero state utilizzate da Di Fazio per comprare i farmaci utilizzati per stordire le presunte vittime, ha precisato: "Le ricette risalgono nel tempo ed erano per la mamma e per il papà, poi deceduto". Ha concluso che la donna ha riferito a inquirenti e investigatori «quello che suo fratello le ha detto, ha raccolto informazioni da lui. In ogni caso è improbabile che una persona accusata di un reato intimo, ammesso che lo abbia commesso, ne parli con la sorella".