Lombardia, il lavoro c'è ma non per tutti. Donne penalizzate

L’occupazione cresce del 3,1%, ma non è ancora ai livelli del 2019. Recupero record nel commercio.

Giovani e lavoro (Dire)

Giovani e lavoro (Dire)

Milano - L’occupazione lombarda cresce, ma cambia. I dati di Unioncamere, riferiti al primo trimestre del 2022, confermano la fase di ripresa che si è avviata nella seconda parte del 2021 dopo due anni di pandemia e crisi. Prima ancora che gli effetti negativi della crisi energetica e della guerra in Ucraina potessero dispiegarsi sul sistema economico, si segnala comunque un aumento del numero delle persone impiegate in tutti i settori del 3,1%. Una crescita significativa, ma comunque inferiore rispetto al resto d’Italia, dove si misura un aumento pari al 4,8%. Una percentuale che però fatica a restituire una foto realistica. Perché nelle altre regioni il calo dell’occupazione nei mesi più duri della pandemia è stato molto più significativo e quindi il recupero maggiore.

Il tasso di occupazione lombardo fra i 15 e i 64 anni si attesta al 67,1%, otto punti sopra la media nazionale, ma ancora sotto i livelli pre Covid: cresce di più l’occupazione maschile (+3,6%) rispetto a quella femminile (+2,6%), tornando a allargare il divario di genere. Ed è questa una delle eredità più pesanti del Covid. Il maggior contributo positivo viene dal settore delle attività commerciali, alloggio e ristorazione (+9,1%), ancora lontano però dal recuperare i livelli occupazionali persi. La ripresa occupazionale si allarga anche ai lavoratori indipendenti (+4,1%), componente particolarmente penalizzata nel 2020-2021. Il tasso di disoccupazione scende al 5,5%, un valore inferiore sia al 2021 che ai livelli pre crisi, grazie in particolare alla componente maschile.