Lombardia, il lavoro c'è ma non per tutti. Donne penalizzate

L’occupazione cresce del 3,1%, ma non è ancora ai livelli del 2019. Recupero record nel commercio.

Giovani e lavoro (Dire)

(DIRE) Bologna, 15 set. - La crisi "e' ancora molto forte", come dimostra la vicenda Selcom. Anche per questo, la Curia di Bologna sta cercando di "accelerare finche' si puo'" il suo piano per il lavoro, finanziato con i proventi della Faac. A dirlo e' l'arcivescovo Matteo Zuppi, che nel pomeriggio di oggi ha convocato la stampa a Villa Revedin, nel giorno di chiusura della Tre giorni del clero. Proprio al termine del 'congresso' con i sacerdoti bolognesi, Zuppi ha in programma una riunione appunto sul piano per il lavoro. "Proveremo ad accelerare finche' si puo'- assicura l'arcivescovo- perche' e' una sfida enorme, non c'e' dubbio". Zuppi ribadisce che il piano sara' studiato insieme a Regione, Unindustria e con tutti i soggetti interessati, "perche' soltanto in sinergia si riescono a trovare soluzioni vere, che non siano delle anestesie". E spiega: "Se hai mal di denti l'anestesia va bene, ma e' di breve durata. E dopo il dente fa ancora piu' male". Quindi, sottolinea Zuppi, "bisogna trovare soluzioni che abbiano una visione: questa e' la fatica che stiamo facendo, sentendo tutta la sofferenza della crisi che e' ancora molto forte". Rispetto a qualche anno fa, richiama l'arcivescovo le statistiche del Comune di Bologna, "oggi la ricchezza e' degli anziani e la poverta' e' dei giovani e della mezza eta'. Questo per il futuro non va bene". La crisi dunque "ha ancora bisogno di un grande impegno, la sofferenza e' ancora veramente tanta. Poi ce la prendiamo con altri- bacchetta Zuppi- ma e' evidente che il problema non e' la presenza degli stranieri". Quindi, esorta l'arcivescovo, "dobbiamo con ancora maggiore serieta' e rigore far si' che le tante macerie della crisi diventino una ricostruzione". (SEGUE) (San/ Dire) 18:01 15-09-1

Milano - L’occupazione lombarda cresce, ma cambia. I dati di Unioncamere, riferiti al primo trimestre del 2022, confermano la fase di ripresa che si è avviata nella seconda parte del 2021 dopo due anni di pandemia e crisi. Prima ancora che gli effetti negativi della crisi energetica e della guerra in Ucraina potessero dispiegarsi sul sistema economico, si segnala comunque un aumento del numero delle persone impiegate in tutti i settori del 3,1%. Una crescita significativa, ma comunque inferiore rispetto al resto d’Italia, dove si misura un aumento pari al 4,8%. Una percentuale che però fatica a restituire una foto realistica. Perché nelle altre regioni il calo dell’occupazione nei mesi più duri della pandemia è stato molto più significativo e quindi il recupero maggiore.

Il tasso di occupazione lombardo fra i 15 e i 64 anni si attesta al 67,1%, otto punti sopra la media nazionale, ma ancora sotto i livelli pre Covid: cresce di più l’occupazione maschile (+3,6%) rispetto a quella femminile (+2,6%), tornando a allargare il divario di genere. Ed è questa una delle eredità più pesanti del Covid. Il maggior contributo positivo viene dal settore delle attività commerciali, alloggio e ristorazione (+9,1%), ancora lontano però dal recuperare i livelli occupazionali persi. La ripresa occupazionale si allarga anche ai lavoratori indipendenti (+4,1%), componente particolarmente penalizzata nel 2020-2021. Il tasso di disoccupazione scende al 5,5%, un valore inferiore sia al 2021 che ai livelli pre crisi, grazie in particolare alla componente maschile.