
Rosario Livatino
Palermo, 2 febbraio 2021 - Antonio Gallea, ritenuto il mandante dell'omicidio del giudice Rosario Livatino avvenuto il 21 settembre 1990, è tra i 23 sottoposti a fermo questa mattina nell'operazione antimafia "Xydi". Gallea, che dopo 25 anni in carcere aveva ottenuto nel 2015 la semilibertà, è considerato tra i boss a capo della Stidda agrigentina assieme a Santo Gioacchno Rinallo. Secondo i carabinieri del Ros stavano assumendo "il controllo e lo sfruttamento del lucrosissimo settore commerciale delle transazioni per la vendita di uva e di altri prodotti ortofrutticoli della provincia di Agrigento che, oltre a garantire rilevantissime entrate nelle casse delle organizzazioni, permetteva loro di consolidare il già rilevante controllo del territorio".
Intanto la Santa Sede ha già avviato la causa di beatificazione per Rosario Livatino di cui è stato riconosciuto il martirio "in odium fidei" per il "giudice ragazzino" laureatosi giovanissimo a 22 anni e ucciso a trentasette. Già nel 1993 Giovanni Paolo II lo definì "martire della giustizia e indirettamente della fede", quando da Agrigento il 9 maggio del 1993, lanciò il suo anatema contro i mafiosi. C'è un'altra figura eroica legata alla vicenda, quella di Piero Nava, l'imprenditore originario di Lecco che quella mattina del 21 settembre 1990 si stava recando da un cliente e assistette all'agguato mafioso sulla Agrigento-Caltanissetta.
Grazie alla sua testimonianza gli assassini del giudice Livatino sono stati condannati e assicurati alla giustizia. Da quel giorno però la vita del primo testimone di giustizia italiano è stravolta: vive da anni sotto protezione, ha cambiato identità, abbandonato casa, amici, parenti e qualsiasi affetto lo legasse alla sua vita precedente. "Quella fu una scelta dolorosa ma la rifarei ancora perchè lo Stato siamo ognuno di noi", come ha ribadito ancora ieri è diventata un libro autobiografico “Io sono nessuno", edito da Rizzoli. Nel 1998 la città di Lecco ha insignito Piero Nava con il San Nicolò d'oro, benemerenza idealmente riconsegnatagli lo scorso settembre dall'allora sindaco Virginio Brivio in una cerimonia a cui aveva preso parte l'onorevole Roy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia dal 2013 al 2018.