L'Italia divisa: il Green Pass tra apparenza e realtà

Ristoranti, trasporti, scuola: il certificato verde ha diviso il Paese. L'inchiesta multimediale del Giorno

Grafica di Arnaldo Liguori

Grafica di Arnaldo Liguori

No, i ristoranti non chiedono sempre il Green Pass, e questa è la nuova puntata di Dieci. Ogni settimana una storia raccontata con video, foto e infografiche. L'informazione semplice, ma spiegata bene. Se stai leggendo da uno smartphone, clicca su > questo link < per goderti a pieno il prodotto. Altrimenti, inizia a sfogliare quello che vedi qui sotto.

Il Green Pass è parte quotidiana delle nostre vite, ed è destinato a diventarlo sempre di più. È obbligatorio al ristorante, al bar, agli eventi, su molti mezzi pubblici, è indispensabile per sanitari e docenti ed ora si discute sull'estensione ad altre categorie. Tuttavia, c'è un pezzo d'Italia che non possiede il certificato e non ha intenzione di vaccinarsi: i controlli sono spesso impraticabili e alcuni ristoranti, ad esempio, chiudono un occhio.

Per raccontare cosa rappresenta oggi la certificazione verde, abbiamo ascoltato il coro di voci che divide il Paese tra pro e contro, parlando con la gente, coi ristoratori, con gli insegnanti e coi sindacati.

In particolare, l'obbligo per il personale scolastico ha spaccato il Paese, con regioni dove i docenti vaccinati sono oltre il 99 per cento, e altre dove non si arriva al 70. In una scissione che contrappone anche le sigle sindacali: la Cisl imporrebbe l'obbligo per tutti, mentre l'Anief ha fatto ricorso in tribunale (istanza rigettata ieri dai giudici amministrativi). Il Green Pass divide e dividerà ancora, ma è su di esso che si sta giocando, già oggi, l'evoluzione della pandemia.