Nella Giornata mondiale dell’ambiente celebrata oggi, lunedì 5 giugno, Legambiente Lombardia tira le somme su eventi alluvionali e danni da questi provocati nella nostra regione. Il tema, all’indomani della tragedia che ha colpito l’Emilia Romagna, è legato a doppio filo al problema del consumo e dell’uso di suolo, fronte particolarmente caldo anche in Lombardia.
Una regione, dicono da Legambiente, dove l'urbanizzazione si concentra proprio nelle fasce pedemontane, cioè dove i corsi d’acqua rallentano il loro deflusso, reclamando spazio per l’espansione delle piene e la sedimentazione dei materiali trasportati da monte.

Urbanizzazione eccessiva
“La Pianura Padana è una piana alluvionale, da sempre formata e modellata dalle alluvioni” spiega Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia. “Alluvioni e colate detritiche – prosegue l'esperto – non sono di per sé eventi catastrofici, ma la normalità del nostro sistema territoriale: il fatto che non avvengano con regolarità e tutti gli anni nello stesso posto non ci autorizza a far finta che non possano accadere ovunque e in qualsiasi momento”.
La mappatura delle zone a rischio alluvionale e di frana è disponibile e i piani urbanistici devono verificare per tempo le proprie previsioni in rapporto alla componente geologica. Alla luce del fatto che gli eventi estremi si stanno moltiplicando e aumentando di intensità, abbattendosi su un territorio più fragile perché irrigidito da urbanizzazioni e infrastrutture sempre più pervasive, questo però non basta più, a detta dell’associazione ambientalista.
Stillicidio di disastri
La precarietà del nostro territorio viene ripercorsa dai numeri del rapporto CittàClima di Legambiente che, per il periodo 2010-2022, elenca un vero e proprio stillicidio di disastri in Lombardia. In questi tredici anni si sono avuti 174 eventi meteo-idro con danni, più di 13 all’anno in media. Questi hanno provocato 13 vittime, 47 allagamenti da piogge intense, 47 danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 27 esondazioni fluviali, 20 eventi con danni da siccità prolungata, 10 con danni alle infrastrutture, 9 con danni da grandinate, 9 frane da piogge intense.
Secondo i dati raccolti da CittàClima, nel 2022 la Lombardia è stata la regione in testa alla classifica italiana del totale degli eventi estremi registrati, raggiungendo quota 9; nel primo semestre del 2023 se ne contano già 8.
Un territorio modificato
Aree sempre più ampie, in particolare nella metropoli milanese, risultano talmente dense e compatte da aver modificato radicalmente la risposta idrologica del territorio, avendo impermeabilizzato alte percentuali di superfici e azzerato l’assorbimento dell’acqua da parte di suolo e vegetazioni.
Le cose non vanno tanto meglio nelle zone collinari e montane, divise tra abbandono di aree coltivate e intensificazione delle pratiche agricole, con conseguente perdita del reticolo minuto di opere per la gestione delle acque e dei versanti.
La Lombardia degli ultimi decenni è stata relativamente fortunata: dall’alluvione della Valtellina nel 1987 non si sono più verificati eventi piovosi paragonabili, per intensità e durata, a quelli abbattutisi in Romagna lo scorso maggio. "Perdere la memoria degli eventi catastrofici – avvisano da Legambiente – genera però un senso di sicurezza mal riposto, se ci si riferisce a fenomeni che possono avere ‘tempi di latenza’ di svariati decenni”.
Città e province
La città più colpita è Milano con 30 eventi (di cui 19 esondazioni), mentre le province più colpite sono, nell’ordine, per numero di eventi: Milano 44, Varese 29, Brescia 16, Bergamo 15, Como 14, Cremona 13, Lecco 10, Monza e Brianza 10, Pavia 9, Mantova 6, Lodi 4, Sondrio 4.
Questo l’elenco degli eventi meteo estremi, provincia per provincia, avvenuti fra il 2010 e il 2022. Il riepilogo si basa su dati Ispra e Cnr:
Bergamo: 6 danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 4 allagamenti da piogge intense, 2 danni da siccità prolungata, 1 danni da grandine, 1 esondazioni fluviali, 1 frane da piogge intense.
Brescia: 4 allagamenti da piogge intense, 4 danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 2 danni alle infrastrutture da piogge intense, 2 danni da siccità prolungata, 1 danni da grandine, 1 esondazioni fluviali, 1 frane da piogge intense, 1 temperature estreme in città.
Como: 5 frane da piogge intense, 4 danni da siccità prolungata, 2 allagamenti da piogge intense, 1 danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 1 esondazioni fluviali, 1 danni alle infrastrutture da piogge intense.
Cremona: 9 danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 2 allagamenti da piogge intense, 1 danni al patrimonio storico da piogge intense, 1 temperature estreme in città.
Lecco: 4 allagamenti da piogge intense, 2 esondazioni fluviali, 2 danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 1 danni alle infrastrutture da piogge intense, 1 danni da siccità prolungata.
Lodi: 2 danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 1 allagamenti da piogge intense, 1 danni da grandine.
Mantova: 3 danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 1 allagamenti da piogge intense, 1 danni da grandine, 1 danni da siccità prolungata.
Milano: 19 esondazioni fluviali, 12 allagamenti da piogge intense, 6 danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 4 danni alle infrastrutture da piogge intense, 1 danni da grandine, 1 temperature estreme in città.
Monza e Brianza: 6 allagamenti da piogge intense, 2 danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 1 danni da grandine, 1 danni da siccità prolungata.
Pavia: 4 danni da siccità prolungata, 1 danni alle infrastrutture da piogge intense, 1 danni da grandine, 1 danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 1 esondazioni fluviali, 1 temperature estreme in città.
Sondrio: 1 allagamenti da piogge intense, 1 frane da piogge intense, 1 danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 1 danni da siccità prolungata.
Varese: 10 allagamenti da piogge intense, 9 danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 4 danni da siccità prolungata, 2 danni da grandine, 2 esondazioni fluviali, 1 frane da piogge intense, 1 danni alle infrastrutture da piogge intense.
Obiettivo decostruzione
“I dati di CittàClima confermano la grande fragilità del territorio metropolitano e pedemontano lombardo – commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Oltre a dire stop al consumo di suolo, che ancora imperversa soprattutto in pianura, sotto la spinta delle recenti grandi opere stradali, occorre ripensare e dove possibile decostruire le superfici urbanizzate, in direzione di una maggiore sicurezza e sostenibilità”.
Nuove opere ingegneristiche, come canali scolmatori o vasche impermeabili, possono sicuramente aiutare a limitare gli effetti delle alluvioni, ma sono condannate a diventare rapidamente obsolete e insufficienti, se contestualmente non si inverte l’artificializzazione del territorio.
Ci vuole un cambiamento di approccio: puntare al ripristino della piena funzionalità del sistema idrografico, eliminando le strozzature artificiali e le tombinature dei corsi d’acqua, restituendo ai fiumi gli spazi di loro pertinenza e al suolo la propria permeabilità. Si tratta delle cosiddette nature based solutions, soluzioni progettuali che mettano in valore le funzioni che il suolo e la sua copertura vegetale possono svolgere, sia nel favorire l’infiltrazione sia nel rallentare il deflusso delle acque.