Milano, 4 dicembre 2020 - Piccoli paesi di montagna con qualche centinaia di abitanti. E centri numerosi, a pochi chilometri dalle grandi città: una mappa con 902 Comuni lombardi ancora senza connessioni internet ultraveloci. Erano 1.156 quelli catalogati nelle cosiddette aree bianche o a fallimento di mercato, dove i colossi delle telecomunicazioni non hanno mai mostrato interesse a investire.
In queste zone poco strategiche, che nei mesi dell’emergenza sanitaria provocata dal coronavirus hanno pagato anche il prezzo più alto per il ritardo digitale accumulato negli anni, manca la fibra ottica Ftth, acronimo che sta per Fiber to the home (fibra fino a casa). Un cavo che, stando all’Agicom (Garante delle comunicazioni), fa correre i dati a un giga di velocità e garantisce requisiti tecnici adeguati per lo smart working, la didattica a distanza e la telemedicina. Qui la società Open Fiber, impegnata nel collegamento internet delle singole unità immobiliari, sta lavorando come concessionario di bando pubblico Infratel Italia (società del Ministero per lo Sviluppo Economico) dopo essersi aggiudicata tre bandi per la copertura di 7.635 Comuni in 20 regioni. In Lombardia la posa della fibra fino a casa - o dove non è possibile la connessione con tecnologia Fwa (Fixed Wireless Access) - è un appalto da 413 milioni di euro. E una corsa contro il tempo che ha una scadenza: 2023. La pandemia ha accelerato il piano per colmare il ritardo digitale: ad aprile nelle aree bianche della regione si contavano 35 Comuni in fase di commercializzazione (infrastruttura terminata e pronta per l’allacciamento ai numeri civici), ieri 304. Anche i cantieri aperti o conclusi sono aumentati: sono 633 i Comuni con progetto esecutivo in corso o terminato, oltre 635mila le unità immobiliari in lavorazione.
L’accelerazione del piano è stata favorita dal Decreto Semplificazioni, dall’impegno della Regione a snellire le procedure burocratiche e dal “collaudo smart“ ideato da Infratel e Open Fiber. Una procedura che sfrutta la realtà aumentata. Il sistema si compone di due moduli che dialogando permettono la gestione da remoto di più operatori risparmiando tempo e spese: la piattaforma web “Smart Collaudo“ consente dall’ufficio di guidare e ricevere informazioni raccolte dall’operatore sul campo con l’aiuto di occhiali intelligenti. "È un esempio concreto di come grazie alla tecnologia e alla collaborazione tra tutti gli attori si possa velocizzare la messa a terra di una grande opera come quella che si sta portando avanti con Infratel nell’ambito del Piano Banda Ultra Larga – spiega l’amministratore delegato di Open Fiber, Elisabetta Ripa –. Rendere disponibile il prima possibile una rete performante a tutti i cittadini italiani è la stella polare che seguiamo da quando abbiamo potuto, con mille difficoltà, poggiare la prima pietra di questo grande Progetto-Paese". In Lombardia il collaudo smart è già stato adottato a Fino Mornasco (Como), Capralba e Quistello (Cremona), Sulbiate (Monza), Borghetto Lodigiano (Lodi), Albizzate e Carnago (Varese), Calusco d’Adda e Gazzaniga (Bergamo), Bulciago e Robbiate (Lecco).
Nelle aree nere della regione, dove le grandi compagnie di telecomunicazioni si contendono contratti telefonici e di traffico internet, Open Fiber ha investito come privato 500 milioni. Una cifra destinata a crescere nel 2021, alla luce delle nuove convenzioni con le città che saranno cablate con la fibra ottica fino a casa. Attualmente sono 1.351.000 i numeri civici collegati, che potenzialmente potrebbero usufruire di connessioni ultraveloci: 828mila a Milano, 284.400 nell’hinterland, 63.400 a Brescia, 47.300 a Monza, 32mila a Busto Arsizio, 27.700 a Varese, 27.300 a Pavia, 18.400 a Cremona, 10mila a Sondrio, 7.300 a Limbiate e 5.300 a Cesano Maderno. In altre 106.300 città i lavori sono avviati: 49mila a Bergamo, 16mila a Paderno Dugnano, 15mila a Seregno, 12.500 a Cesano Maderno, 7mila a Cusano Milanino e 6.800 a Peschiera Borromeo. E nel 2021 altri cantieri partiranno a Lecco, Desio e Cernusco sul Naviglio.