FEDERICA PACELLA
Cronaca

Incidenti sul lavoro in Lombardia, il rischio cresce di notte: “Non solo infortuni ma anche pericoli per la salute”

In Lombardia il 20% degli incidenti avvenuti a livello nazionale. L’Osservatorio Cgil: molte donne chiedono delle limitazioni

In proporzione al numero di addetti impiegati, gli incidenti sul lavoro di notte superano quelli di giorno

In proporzione al numero di addetti impiegati, gli incidenti sul lavoro di notte superano quelli di giorno

Milano, 31 agosto 2024 –  Per qualcuno è una scelta, che comporta maggiore retribuzione e possibilità di occuparsi di giorno della famiglia. Per altri è un obbligo, legato al tipo di attività svolta, come nel caso della sanità. Lavorare di notte, tuttavia, espone a una serie di rischi di sicurezza, più che di giorno.

Al lavoro notturno, l’Inail ha dedicato un approfondimento, prendendo in considerazione i dati delle denunce 2018-2022. In generale, rispetto alla totalità di infortuni denunciati, quelli avvenuti nella fascia notturna sono una percentuale bassa, meno del 3%. Tuttavia, è chiaro che cambiano anche i numeri dei lavoratori, che per la maggior parte dei casi svolge lavoro in orario diurno. Nel 2022, ultimo anno per cui sono disponibili i dati, il trend è in crescita sia per quanto riguarda le denunce che per i casi mortali, spesso legati agli spostamenti casa lavoro, che chiamano in campo anche il tema della sicurezza stradale. Per quanto riguarda la Lombardia, la regione è quella che ha il numero maggiore di lavoratori notturni, il 16% rispetto al totale nazionale, ma la percentuale di infortuni accaduti di notte sul lavoro è di ben il 20% sul totale nazionale.

Volendo approfondire l’analisi per l’industria e servizi, si rileva che i settori di attività economica maggiormente interessati dal fenomeno sono quelli del manifatturiero, il trasporto e magazzinaggio, la sanità e assistenza sociale e il noleggio, agenzie di viaggi e supporto alle imprese. La stragrande maggioranza dei casi rilevati riguarda chi presta abitualmente attività in orario notturno, ma una parte residuale coinvolge anche personale impiegato di giorno e che solo occasionalmente si trova a svolgere l’attività a tarda ora o con le prime luci del sole, per esempio per lavoro straordinario. “Si tratta di un fenomeno ancora poco studiato – commenta Antonella Albanese, Osservatorio sul lavoro della Cgil di Brescia –. I numeri vanno letti in rapporto ai lavoratori che, effettivamente, svolgono attività notturne, piuttosto che rispetto al numero complessivo di infortuni denunciati. Noi vediamo che molte donne hanno problemi con i lavori notturni e chiedono una limitazione. Non c’è solo una questione di infortuni, ma anche di problematiche di salute, in particolare per le donne, in quanto c’è una correlazione tra turni notturni e tumore al seno, come conseguenza dell’alterazione del ciclo sonno-veglia”.

Rispetto ai lavori diurni, di notte aumentano i rischi di aggressione. “Nell’ambito dell’igiene ambientale, ad esempio – sottolinea Albanese – sono assunti solo uomini nella raccolta di rifiuti porta a porta di notte, proprio per questioni di sicurezza”. C’è, però, anche chi sceglie il turno notturno per potersi dedicare alla famiglia di giorno, considerando anche il fatto che c’è una retribuzione superiore, che incentiva questa opzione.