Mottarone, arrivano altri undici indagati. Ricostruita la catena delle responsabilità

Depositata la richiesta di incidente probatorio Sul registro dei pm tecnici e società di manutenzione

Tragedia in provincia di Verbania

Tragedia in provincia di Verbania

Stresa (Verbania) - Quattordici morti , quattordici indagati. In vista dell’incidente probatorio, esame irripetibile sui resti che deve avvenire alla presenza di tutte le parti, si allarga l’inchiesta della procura di Verbania sul disastro della funivia del Mottarone. Oltre ai tre indagati iniziali, nella richiesta depositata dal procuratore Olimpia Bossi, figurano ora anche accuse a carico di Anton Seeber, presidente del cda della Leitner, la società altoatesina che si occupa della manutenzione, e Martin Leitner, consigliere delegato. Indagato anche Peter Rabansen, dirigente dell’assistenza clienti Leitner e delegato sicurezza. Tra i nomi nuovi, anche Rino Fanetti, dipendente Leitner che ha eseguito la testa fusa della fune traente superiore della cabina 3, quella che si spezzò il 23 maggio.

Le 12 persone fisiche sono accusate anche di attentato alla sicurezza dei trasporti e di omissione o rimozione dolosa di cautele aggravata dal disastro, oltre che di omicidio colposo e lesioni colpose, mentre Ferrovie del Mottarone, che gestisce l’impianto, e la Leitner rispondono in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Il caposervizio Gabriele Tadini è accusato anche di falso per la compilazione con "esito positivo dei controlli" nel "registro giornale" anche il giorno stesso della tragedia, malgrado sentisse dei "rumori" da tempo e aveva disattivato l’impianto frenante che, a suo dire, presentava problemi. "Chiuso nel 2014 per revisione generale – scrivono i pm nell’atto– la manutenzione e l’ammodernamento dell’impianto a fune è stata effettuata dalla Leitner", che siglò il 29 giugno 2016 un contratto tutto compreso e si affidava, però, anche ad altre aziende. L’impianto riaprì il 13 agosto 2016. Nell’atto sono indicate anche le altre tre società a cui Lietner si affidava per gli interventi: la Rvs srl (il rappresentante legale e un dipendente indagati in relazione alla "manutenzione delle centraline idrauliche"); la Sateco srl (il rappresentante legale e un dipendente indagati in relazione alle "prove magneto-induttive" sulla fune del novembre 2019); la Scf Monterosa (indagato il rappresentante legale) in relazione agli "interventi di manutenzione meccanica e controllo visivo delle teste fuse". La Leitner, intanto, "a disposizione magistratura", nominerà "periti per fare chiarezza su accaduto".

Intanto, emerge che già lo scorso aprile era stato chiesto "un intervento sulla centralina" idraulica dei freni della cabina poi precipitata alla Rvs: il tecnico aveva "detto che era tutto a posto". A raccontarlo è proprio il caposervizio Tadini in uno degli interrogatori. Tadini ha spiegato di aver richiesto già un mese prima dell’incidente a Enrico Perocchio, il direttore di esercizio, di chiamare la società incaricata e che "aveva realizzato le centraline" aggiungendo che "in 20 giorni ho chiamato tre volte l’assistenza" e che anche il giorno dell’incidente "nel corso delle prove di funzionamento giornaliere, sulla vettura numero 3 ho riscontrato la solita problematica relativa alla pressione dei freni che era scesa a zero. Sentivo che ogni due minuti continuava a caricare la pressione emettendo il rumore che già da diversi giorni sentivo. Quindi ho deciso di lasciare i ceppi montati sulla vettura". E poi, il disastro.