Se le vacche sono tornate al pascolo su 200 ettari di Orobie Valtellinesi è merito del Fai. Il Progetto di tutela all’Alpe Pedroria a Talamona (Sondrio) sembra lontano dalla missione del Fondo. "E invece no, perché un nuovo modello di sviluppo basato sulla valorizzazione delle risorse e non sullo sfruttamento è nel nostro Dna". Daniela Bruno, vicedirettrice per gli affari culturali, estremizza il concetto: "Il paesaggio? Si mangia. Perché l’erba alla fine diventerà Bitto, un’eccellenza mondiale, e senza vacche (non chiamatele mucche) degrada. Con il formaggio riattiveremo l’economia del territorio e faremo formazione ed educazione per cittadini e studenti nello stallone che abbiamo già restaurato. Ci hanno donato una vallata alpina e l’obiettivo è preservare l’agricoltura di montagna. Nasce tutto da qui".
Paesaggio, beni storici e artistici da tutelare. Ma il cemento continua a consumare suolo.
"Le Giornate d’Autunno, che questo fine settimana hanno aperto 96 beni in Lombardia, sono questo: tutela a tutto tondo, dalle opere d’arte fino ai bovini. Sono le nostre stesse origini, che risalgono al lontano 1975, a stabilire la nostra missione: preservare beni che rischiavano di scomparire sotto il peso della speculazione edilizia. Da qui abbiamo mosso i primi passi lontano dai grandi monumenti per avvicinarci a tesori più riposti, ma altrettanto importanti, gioielli che non si trovano in un museo, ma sono un pezzo di paesaggio, perfettamente integrati nell’ambiente in un intreccio indissolubile".
La tutela oggi richiede nuovi strumenti e obiettivi.
"Adesso la sfida è la crisi climatica. Lo raccontano i danni del maltempo a Villa Necchi, a Milano, o sul lago di Como. Spese impreviste che hanno la massima urgenza. Il nostro lavoro è di adattare un patrimonio perché resista alla febbre del pianeta. Al boom del mattone il Fai ha risposto, ad esempio, con la tutela del monastero di Torba e di Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno, sempre nel Varesotto, ma recentemente abbiamo portato avanti campagne su l’area cargo di Malpensa, dove il progetto di estensione ‘brucia’ ettari di brughiera nel Parco del Ticino a Lonate Pozzolo. Un angolo di biodiversità che non si può assolutamente perdere".
Quali sono i nemici della tutela del paesaggio, cemento a parte?
"Il nemico è anche il turismo di massa che minaccia conservazione e fruizione. Quest’estate abbiamo messo il numero chiuso alla Villa del Balbianello, sul Lario. Il conte Monzino ce l’ha lasciata in eredità per preservare lo spirito della casa e i grandi numeri rendono impossibile apprezzarne la bellezza".
Villa Necchi invece è il simbolo del ritorno alle origini...
"La ricchezza di Milano nasce dalla terra, abbiamo girato un video per raccontare come le risorse naturali siano essenziali per una crescita diversa, in sintonia con l’habitat che ci circonda".