Covid, Brescia e la Lombardia fronteggiano la terza ondata

Contagi schizzati alle stelle, colpa della variante inglese. Scuole chiuse e vaccini nei Comuni: ecco le strategie per combattere il virus

Il reparto covid dell'ospedale Poliambulanza di Brescia

Il reparto covid dell'ospedale Poliambulanza di Brescia

Milano, 25 febbraio 2021 - Tornano a salire i contagi (16.424) e i decessi (318) che portano il totale delle vittime a 96.666 dall'inizio dell'emergenza legata all'epidemia di Covid-19. Con i numeri che peggiorano torna la paura per una possibile terza ondata, come annunciato martedì da Guido Bertolaso Il record di contagi, come conferma l'utimo bollettino, spetta ancora una volta alla Lombardia che guida la classifica delle Regioni più colpite con 38 vittime e 3.310 nuovi casi. Seguono Campania (2.185) e Piemonte (1.453). Preoccupa soprattutto l'impennata dei casi in provincia di Brescia passati da 506 a 901, più della stessa Milano (773 di cui 333 in città). A seguire Monza e Brianza (274), Varese (273), Como (260),  Bergamo (207), Pavia (200), Mantova (104), Cremona (83), Lecco (80), Lodi (45) e Sondrio (11).

Brescia in prima linea

La crescita esponenziale dei contagi a Brescia è causata soprattutto del diffondersi della variante inglese del Covid, che qui ha registrato un'incidenza molto elevata. Brescia, nuovo fronte di una possibile terza ondata, rischia di trasformarsi nella Bergamo del marzo scorso. Di qui la decisione della Regione di una zona arancione rinforzata per tentare di circoscrivere i cluster partiti dalla Bassa Bresciana (come a Corzano e Castrezzato) e dalla Franciacorta, ed in fase di diffusione in tutta la provincia. Per 15 giorni chiusi nidi, scuole dell'infanzia e elementari considerati focolai di contagio per la variante, la cui peculiarità è quella di colpire anche i più giovani. A chiedere ulteriori misure restrittive era stato anche Ottavio Di Stefano presidente Consiglio Direttivo dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Brescia. "Siamo stremati", ha detto. Certo "non c'è terrore perché continuiamo ad avere quello dello spirito per cui ognuno di noi ha scelto di fare il medico, l'infermiere, il tecnico di laboratorio. Siamo stanchi e le misure restrittive secondo noi erano indispensabili, stavamo andando fuori tempo o forse - ha concluso - non so se ci siamo già andati. Dobbiamo mantenere alta la guardia nei focolai nelle zone dove si manifesta la presenza soprattutto con infezioni della variante inglese, bisogna intervenire chirurgicamente chiudendo facendo i tamponi e vaccinando". 

Il reparto covid dell'ospedale Poliambulanza di Brescia
Il reparto covid dell'ospedale Poliambulanza di Brescia

Ospedali pieni

Se nelle ultime settimane i contagi bresciani sono sempre stati sopra la media, con 600, 700 casi al giorno, a preoccupare è ora la situazione degli ospedali. Da domenica sono iniziati i trasferimenti verso gli altri nosocomi della rete regionale, dopo che le strutture della provincia di Brescia hanno esaurito i posti Covid, arrivando a 900 ricoveri con una settantina in terapia intensiva. Come spiegato da Marco Salmoiraghi, dirigente vicario dell'assessorato al Welfare della Regione in commissione Sanità, "la situazione delle terapie intensive negli ospedali regionali è in crescita, con un trend in crescita da ormai 3 o 4 giorni. "In questo contesto la Provincia di Brescia è quella più critica".Gli ospedali bresciani sono infatti a livello 4A su una scala che va fino al 4C, il massimo livello di impatto sulla rete ospedaliera, mentre la rete regionale è arrivata al livello 3. Va ricordato che ciò non vuol dire che gli ospedali non abbiano più posto per casi Covid. "Il problema – ha chiarito il direttore generale del Welfare regionale Giovanni Pavesi - è che ogni volta che allestiamo un posto di terapia intensiva Covid lo togliamo ai non Covid. La preoccupazione non è sulla capacità di fronteggiare il Covid, ma di continuare a fornire assitenza sul resto". 

Il grafico mostra chiaramente il picco della "terza ondata" a Brescia
Il grafico mostra chiaramente il picco della "terza ondata" a Brescia

Allarme Abruzzo

«L'Abruzzo è nella sua terza ondata di  contagi. È il momento peggiore dall'inizio della pandemia, soprattutto per l'area metropolitana, ma fortunatamente oggi abbiamo una maggiore conoscenza della patologia e, di conseguenza, una migliore gestione dei pazienti". Lo afferma il virologo Paolo Fazii, direttore del laboratorio della Asl di Pescara, sottolineando che le province di Pescara e Chieti sono "ai primi posti in Italia per incidenza".  

Il ministro Speranza 

 "Non ci sono le condizioni per allentare le restrizioni. La pandemia non si batte solo con il buon governo centrale o territoriale: l'arma in più è la collaborazione attiva di ogni persona. E' indispensabile dire sempre la verità al Paese sull'andamento della pandemia". Lascia pochi spiragli agli aperturisti il ministro della Salute Roberto Speranza, durante le sue comunicazioni in aula al Senato, annunciando anche un dato: "In Europa ci avviciniamo alla soglia di un contagiato ogni 10 abitanti e siamo a un deceduto ogni 530 abitanti. Un contagiato ogni 10 abitanti credo sia un dato che esprime da solo la forza e la pericolosità di questo virus che stiamo combattendo". 

Vaccini
Vaccini

Un milione di dosi entro marzo

In Lombardia, "se saranno rispettate le consegne", è previsto per ora che a marzo arrivino oltre un milione di dosi, tra Pfizer (573mila circa), Moderna (137mila) e Astrazeneca (320mila). La Regione ha chiesto formalmente di avere "ulteriori vaccini, già validati in altri Paesi". Per quanto riguarda il 'dove', nell'illustrare il piano vaccinale, la vicepresidente Letizia Moratti ha spiegato che saranno utilizzate preferibilmente "strutture già esistenti sul territorio", ma una nuova delibera, la prossima settimana, indicherà esattamente quali saranno e come verranno distribuiti i punti vaccinali.  Il costo della campagna vaccinale sarà di 214 milioni di euro. Oltre a contenere il virus, con la zona arancione rafforzata, la strategia regionale punta ad immunizzare più rapidamente la popolazione nelle zone più a rischio. Dal 26, in 8 Comuni bresciani al confine con la Bergamasca (Roccafranca, Rudiano, Urago d'Oglio, Pontoglio, Palazzolo sull'Oglio, Capriolo, Paratico, Iseo), partiranno le vaccinazioni della fascia tra i 60 ed i 79 anni, oltre al proseguimento degli over 80.