Brescia, arancione da terza ondata. Restrizioni anche in 8 Comuni bergamaschi e a Soncino

Salgono contagi e ricoveri: chiuse le scuole e divieti rigidi in tutta la provincia

La nuova zona arancione

La nuova zona arancione

Brescia, 24 febbraio 2021 - Dalle 18 di ieri Brescia e la sua provincia sono entrate in fascia arancione. Stessa sorte per otto Comuni della provincia di Bergamo: Viadanica, Predone, Adrara San Martino, Sarnico, Villongo, Castelli Calepio, Credaro e Gandosso. E per Soncino, in provincia di Cremona. Così ha deciso la Regione Lombardia dopo aver consultato la commissione di esperti e il Ministero della Salute: la nuova stretta è stata annunciata ieri in Consiglio regionale da Letizia Moratti, vicepresidente lombardo con delega al Welfare, e da Guido Bertolaso, consulente per la campagna vaccinale contro il Coronavirus.

Nel pomeriggio di ieri il governatore Attilio Fontana ha quindi firmato la nuova ordinanza, valida fino al 2 marzo. In tutti i casi si tratta di una fascia arancione rafforzata. Da un lato ci sono le restrizioni ordinariamente previste per le fasce arancioni, compreso il divieto di raggiungere eventuali seconde case che si trovino nella provincia e nei Comuni interessati dall’ordinanza. A queste si aggiunge, però, la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, dai nidi all’università. Oggi Fontana firmerà una seconda ordinanza, con la quale saranno prorogate di 7 giorni le fasce rosse decise a Bollate (Milano), Mede (Pavia) e Viggiù (Varese). Castrezzato, trovandosi in provincia di Brescia, si scolorisce: arancione rafforzato.

Ad indurre la Regione al varo e alla proroga delle misure restrittive è l’aumento dei contagi e dei casi dovuti alle varianti del Coronavirus. Per quanto riguarda Brescia e provincia, Bertolaso parla apertamente di terza ondata: "La provincia di Brescia ha un’incidenza, ovvero un numero di nuovi casi, doppia rispetto al resto delle province lombarde. Allo stato attuale la situazione è sotto controllo in tutto il territorio regionale tranne in provincia di Brescia, dove siamo di fronte alla terza ondata della pandemia. Il problema principale, soprattutto in questa provincia, è legato alla circolazione della variante inglese che ha fatto aumentare di parecchio i ricoveri in ospedale e nei reparti di rianimazione. Le terapie intensive sono già sotto stress e Areu sta già trasferendo pazienti nelle aree limitrofe".

Secondo quanto riferisce sempre Bertolaso, alle varianti si deve "il 39% dei nuovi contagi" nel Bresciano. Da qui la doppia strategia: oltre al varo delle fasce arancioni e rosse, è stata decisa una diversa organizzazione della campagna di vaccinazione. Due le novità: si darà priorità alla somministrazione del siero nei Comuni lungo il confine tra le province di Brescia e Bergamo, popolati da 120mila persone, per poi arrivare alla città Leonessa d’Italia. Quindi si dilaterà l’intervallo tra prima e seconda dose in modo da vaccinare subito più persone: "Possiamo allungare il lasso di tempo tra la prima e la seconda dose anche dopo i canonici 21-28 giorni per Pfizer e Moderna. Mentre per Astrazeneca si può andare a 90-100 giorni tra la prima e la seconda dose" spiega Bertolaso.

Tra i Comuni al confine tra le due province ci sono, sul fronte orobico, 5 degli 8 appena entrati in fascia arancione: Predore, Sarnico, Villongo, Credaro e Castelli Calepio. Poi ecco Tavernola Bergamasca, Telgate, Palosco, Cividate al Piano, Calcio, Pumenengo e Torre Pallavicina. Sul fronte bresciano, la vaccinazione accelerata riguarderà Iseo, Paratico, Capriolo, Palazzolo sull’Oglio, Pontoglio, Urago, Rudiano e Roccafranca. La rimodulazione partirà domani, non intaccherà le dosi riservate agli over 80 ma riguarderà soprattutto le categorie destinatarie del vaccino Astrazeneca (forze dell’ordine e personale della scuola) e quanti hanno superato il Covid. "Abbiamo deciso una revisione della strategia vaccinale e chiesto al ministero – fa sapere Moratti a margine del Consiglio – la rimodulazione delle schedule vaccinali per chi è stato positivo al Covid in modo da prevedere o la somministrazione di una sola dose o il posticipo della somministrazione. In più per i vaccini si darà priorità ai Comuni al confine tra la provincia di Brescia e Bergamo con presenza importante di focolaio e alle categorie più critiche".