Positività al Covid, l’incubo è finito: abbiamo imparato a convivere col virus

Casi in aumento rispetto al dicembre dello scorso anno, ma nelle terapie intensive ricoveri scesi del 75%

Milano - Com’eravamo: lo scorso anno, nelle prime due settimane di dicembre, in Lombardia si contavano 40.404 nuovi positivi e 252 deceduti per Covid. Le farmacie dove si potevano fare i tamponi avevano le agende piene, mentre fuori dai centri per le somministrazioni drive through le persone in coda in auto facevano ore di attesa.

Come siamo: nelle prime due settimane di dicembre, in Lombardia si sono contati 58.316 nuovi positivi, con 392 deceduti, ma nessuno penserebbe, quest’anno, di rinunciare al pranzo di Natale, pochi di fare un tampone prima di mettersi a tavola con parenti e amici. Nel mezzo, ci sono stati i vaccini, visto che siamo arrivati alla quarta, quinta dose per qualcuno. Eppure, il carico sugli ospedali non si è mai azzerato, tanto che l’ultimo aggiornamento dell’assessorato al Welfare di Regione evidenzia 141 nuovi ricoveri (e 188 dimessi), con punte di oltre 70 pazienti Covid in ospedali come il San Matteo di Pavia ed il Civile di Brescia. Il termometro della pandemia sono, però, oggi soprattutto le terapie intensive: il 15 dicembre del 2022 risultavano 35 ricoveri, alla stessa data dello scorso anno 145.

"La pandemia ci ha abituato a scenari che continuano a modificarsi a seconda delle varianti e della capacità dei cittadini di reagire al virus", commenta Claudio Sileo, direttore generale di Ats Brescia, dove si contano circa 4.400 persone in isolamento obbligatorio, zero decessi ed un tasso di positività del 33% sui tamponi molecolari. "Oggi ci troviamo in una situazione completamente diversa rispetto ai primi mesi del 2020, al 2021 e anche ai primi mesi del 2022". L’accessibilità ai tamponi, oggi, rende poco significativo guardare al numero dei positivi giornalieri.

"Le positività non sono in calo, ma questo non ci dice nulla sull’andamento epidemiologico. Anche i ricoveri non sono crollati, ma sono tutti ricoveri che, pur avendo una positività, non equivalgono ad avere la malattia da Covid. Nella maggior parte dei casi, sono positività incidentali, che emergono dopo il ricovero per altre malattie. Basti vedere il numero delle terapie intensive, che non è paragonabile al 2021". Merito del vaccino e della copertura naturale di chi ha fatto la malattia. "Il virus non è scomparso, esiste, dobbiamo prestare attenzione e tenere monitorate le varianti che possono dribblare le coperture vaccinali e l’immunità fisiologica, ma possiamo dire di aver imparato a convivere. Anche l’isolamento di 5 giorni e le misure di prossima adozione dicono che siamo stati capaci, dal punto di vista scientifico, legislativo e di cultura dei cittadini, di convivere con questo virus, così come conviviamo con altri virus e batteri".