Svizzera, la tv vuole spegnere il coronavirus: "I lavoratori italiani restino a casa"

La decisione della RSI, la Radiotelevisione elvetica blocca una ventina tra giornalisti e tecnici. Chi abita nelle regioni a rischio lavorerà a distanza fino al 15 marzo. Quasi tutti risiedono in Lombardia

Una postazione di controllo al confine tra Italia e Svizzera

Una postazione di controllo al confine tra Italia e Svizzera

Como, 1 marzo 2020 - La psicosi da Coronavirus non ha contagiato solo l’Italia, la paura di rimanere infettati dal Covid-19 fa paura anche oltreconfine e i primi a correre ai ripari sono stati i dirigenti della RSI, la Radiotelevisione svizzera che con una nota diffusa nel tardo pomeriggio di ieri ha deciso di lasciare a casa i propri dipendenti italiani. Si tratta di una ventina tra giornalisti e tecnici, quasi tutti residenti in Lombardia, che a partire da ieri sono stati invitati a rimanere a casa avvalendosi del telelavoro«Chi abita nelle regioni toccate dall’epidemia di Coronavirus – si legge in una nota diffusa dall’azienda – lavorerà da casa fino al 15 marzo".

La Radiotelevisione svizzera non è stata l’unica a prendere delle contromisure, anche altre aziende specie in Canton Ticino hanno limitato la presenza dei frontalieri, ma con provvedimenti più generali come il blocco di reparti e segmenti della produzione che impiegano italiani e svizzeri. Il provvedimento è stato preso per limitare anche il più remoto rischio di contagio in un fase in cui casi di coronavirus sono segnalati in 11 dei 26 cantoni elvetici, con 18 persone risultate positive al tampone e un altro centinaio sottoposte a quarantena in tutta la Confederazione. Dopo il primo caso segnalato in Canton Ticino a metà settimana il numero di persone positive al Covid-19 si è moltiplicato a Ginevra, nei Grigioni, in Argovia, a Zurigo, Basilea a Berna, nel Vaud e nel Vallese. Tutti i casi sarebbero a vario titolo riconducibili a viaggi, vacanze e brevi soggiorni nel Nord Italia.

Non è un caso che Lega dei Ticinesi Udc e anche l’Ordine dei Medici del Canton Ticino da giorni chiedono di chiudere le frontiere o impedire l’accesso ai frontalieri, finora però i valichi continuano a rimanere aperti e a differenza di quanto sta succedendo in Italia qui scuole e uffici continuano a funzionare. Le uniche limitazioni sono state scattate per gli eventi di massa, con il blocco ai campionati, alle manifestazioni sportive e alle fiere. Le manifestazioni inferiori alle mille persone sono permesse, ma gli organizzatori specie se i partecipanti arrivano da oltreconfine devono essere in grado di fornire alla polizia cantonale i loro dati.