Coronavirus in Lombardia, la Regione va a caccia dei contagi: 9mila esami in più al giorno

In tre settimane si passerà da un massimo di 15.200 a 23.580. L’assessore Gallera: subito pronti 6.800

L'assessore Giulio Gallera

L'assessore Giulio Gallera

Milano, 27 maggio 2020 - La Lombardia conta di aumentare la sua potenza-tamponi dagli attuali 15.200 massimi a 23.580 test molecolari al giorno nel giro di tre settimane, ha annunciato ieri l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. Sono 6.800 i tamponi quotidiani iniettabili "da subito" nel sistema, e hanno un collegamento con quei test degli anticorpi che in base alle indicazioni reiterate il 9 maggio dal Ministero della Salute "non possono, allo stato attuale, sostituire il test molecolare" nella diagnosi del coronavirus. Non solo i test “pungidito”, ma anche quelli più sofisticati basati su un prelievo di sangue sono indicati, al momento, solo per la ricerca epidemiologica all’interno di comunità. Ma la voglia di test sierologici dei lombardi è tale che appena la Regione ha varato le regole per farli alcuni gruppi privati (già l’indomani, nel caso di MultiMedica e Poliambulanza di Brescia) hanno iniziato a venderli ai singoli cittadini, raccogliendo migliaia di prenotazioni. Il test in autonomia (che può costare da 35 a oltre 100 euro) non è vietato ma sconsigliato; però chi lo vende deve garantire un tampone ai positivi (la Regione rimborsa 62,89 euro se la persona risulta poi positiva al virus); e i laboratori che processano tamponi per il servizio sanitario regionale possono vendere solo il 20% di quelli che riescono a produrre in più, riservando l’80% dell’incremento alla sanità pubblica.

Rientrano in questa quota i due contratti firmati dall’Ats di Brescia col colosso Synlab per 5.200 tamponi in più al giorno e dall’Ats Metropolitana con Cerba: il gruppo francese, che faceva 300 tamponi al giorno per la sanità lombarda, ne produrrà duemila in più, di cui 1.600 per il servizio sanitario. L’Ats di Milano e Lodi una settimana fa ha richiamato i privati a sottoscrivere questi contratti prima di partire coi test, pena l’inadempimento per chi lavora per la sanità pubblica. Humanitas e poi l’Auxologico, che processano i tamponi nei laboratori interni, hanno sospeso i sierologici per definire i contratti sugli incrementi. Mentre la Maugeri ha avviato i sierologici (a Pavia e Milano, e senza prenotazione nel Bresciano e nel Mantovano) appoggiandosi a Bianalisi per i tamponi. Oltre alla leva per i privati interessati al business dei test degli anticorpi, la sanità lombarda lavora in proprio per incrementare una capacità di tamponare che è cruciale per il tracciamento dei contagi. Sei aziende pubbliche - le Asst di Lecco, Lariana, Bergamo Est, Milano Ovest, il Policlinico e il Niguarda a Milano - sono al lavoro da tempo per potenziare i loro laboratori "con estrattori e macchinari ad alta tecnologia - ha spiegato l’assessore - che nell’arco di 2-3 settimane" daranno al servizio sanitario altri "1.580 tamponi al giorno".