Coronavirus in Lombardia, Gismondo: "Richiamare medici anziani? Meglio assumere i giovani"

La Regione pensa ad un ospedale dedicato ai contagiati. Il sindaco di Codogno: "Dal governo schiaffo immeritato". Violazione 'zona rossa': 18 denunciati

Coronavirus (Ansa)

Coronavirus (Ansa)

Milano, 1 marzo 2020 - Un ospedale da destinare ai malati di Covid-19. Questo sta valutando la Regione Lombardia, su suggerimento dell’Oms, arrivata a Milano con una delegazione del team prevenzione e controllo delle infezioni. Il coronavirus qui "è ancora in fase espansiva", ha detto il governatore Attilio Fontana videocollegato dall’autoisolamento nel suo ufficio al 35esimo piano del grattacielo regionale. E negli ospedali, pubblici e privati, si reclutano in corsa infermieri e specialisti (infettivologi, pneumologi, internisti) da inviare ai presidi delle aree più colpite, nelle province di Lodi, Cremona e Bergamo che concentrano quasi l’80% dei 615 positivi al virus registrati dalla Regione (ma i dati della Protezione civile sono più bassi). Più di metà è in ospedale, 256 in reparto e 80 in terapia intensiva, cinque meno del giorno prima (ma ieri altri sei decessi). I nuovi ricoveri sono in diminuzione,ha spiegato l’assessore al Welfare Giulio Gallera: 44 mercoledì, 39 giovedì, 28 venerdì. Ma il 118 ha stoppato i trasporti ai pronto soccorso degli ospedali di Cremona e Lodi (che nei giorni scorsi avevano dovuto trasferire pazienti gravi ad altre terapie intensive); soprattutto Cremona ora è in carenza di medici e ieri notte hanno iniziato ad arrivare rinforzi dalla Bergamasca e di Varese; la Regione ha chiesto al Governo di poter arruolare dottori pensionati. La Lombardia ha 900 posti di terapia intensiva e ne ha già ricavati 105 per i malati di coronavirus, distribuiti in 15 ospedali. 

Gismondo: "Richiamare medici anziani? Meglio i giovani"

"Piuttosto che richiamare le persone che sono in pensione, che si puo' fare in un momento di emergenza, assumiamo le nuove energie che sono pronte. Sapevamo che saremmo rimasti scoperti di medici, e non solo in questo settore, diamo giusta soddisfazione ai giovani che aspettano di lavorare per noi nella Sanita'". Lo ha detto ad Agenda, su Sky TG24 la direttrice del reparto di microbiologia e virologia dell'ospedale Sacco di Milano Maria Rita Gismondo, commentando la richiesta avanzata dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e dall'assessore al Welfare Giulio Gallera, di poter assumere medici e infermieri gia' pensionati, per far fronte alla carenza di personale in queste settimane di emergenza per il coronavirus.  Da ricordare che a oggi, il personale sanitario rappresenta il 10 per cento dei contagiati. "Lavorare in terapia intensiva, come medico e come infermiere, non e' facile - ha sottolineato la direttrice del reparto di microbiologia e virologia dell'ospedale Sacco di Milano Maria Rita Gismondo -. Non è come lavorare in una medicina interna generale. Serve un addestramento, quindi non e' possibile che vengano deviati da altri reparti, che non sono abituati alla rianimazione e alla terapia intensiva, verso la cura di questi pazienti. Abbiamo bisogno di rianimatori, ma soprattutto di infermieri che sappiano trattare questi pazienti. Non e' una banale terapia per cui qualsiasi medico puo' avere una preparazione" conclude. 

Codogno, il sindaco: "Da governo schiaffo immeritato"

"Siamo ancora in attesa della pubblicazione del decreto definitivo, che dovrebbe prevedere le misure economiche a sostegno della popolazione colpita dall'emergenza. Per le bozze che abbiamo visto, per noi questa è sicuramente una elemosina, non ci sentiamo di meritare uno schiaffo del genere". Lo ha ribadito Francesco Passerini, il sindaco di Codogno, comune nel cuore della 'zona rossa' lodigiana isolata da oltre una settimana.  "C'è tanta gente, tutta la comunità della 'zona rossa' sta portando avanti questo compito con grande impegno, responsabilità e dignità: il governo non può assolutamente dimenticarsi di questo popolo", ha detto Passerini, intervenendo in diretta su Radio Zona Rossa.

Casalpusterlengo, il sindaco: "Supereremo questo momento"

"Non è una domenica come le altre. Non possiamo andare al bar a bere un caffè, non possiamo seguire le nostre squadre sportive, non possiamo andare a Messa e non possiamo andare a mangiare una pizza con le nostre famiglie. Però siamo a metà del periodo di quarantena che ci hanno imposto, quindi l'invito è a non abbassare la guardia, di non mollare, di tenere duro che sicuramente, con la grande dignità e la grande responsabilità che ci contraddistingue, supereremo con forza questo momento molto delicato e ripartiremo". Queste le parole di Elia Delmiglio, sindaco di Casalpusterlengo, uno dei comuni della zona rossa alle prese con l'emergenza coronavirus.

Gallera e Foroni nella zona rossa

Domani gli assessori regionali al Welfare e alla Protezione civile saranno nel lodigiano. Gallera e Foroni, saranno alle ore 9.30 all'ospedale di Lodi da dove si collegheranno con Palazzo Lombardia per partecipare alla seduta di Giunta convocata per le 10. A seguire è previsto uno spostamento a Codogno, dove i rappresentanti della Giunta del presidente Fontana si recheranno in ospedale e incontreranno il sindaco. La giornata, presumibilmente nel primissimo pomeriggio, proseguirà con una visita anche all'ospedale di Cremona. "Avrei voluto farlo personalmente ma, visto il periodo di 'autoisolamento' al quale sono costretto, ho chiesto i miei assessori Giulio Gallera e Pietro Foroni di dimostrare concretamente la mia vicinanza ai lombardi che vivono nella 'zona rossa' e non possono muoversi" ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, annunciando la visita.

 

Violazione 'zona rossa': 18 denunciati

Sono diciotto i denunciati in Provincia di Lodi che hanno cercato di eludere i controlli per andare in esercizi pubblici al di fuori della zona rossa, oppure sono entrati nella zona per trovare parenti. Da quanto si è saputo sono stati tutti scoperti negli ultimi giorni dai carabinieri e da altre forze dell'ordine che recintano la zona.

Brescia, tenda per pazienti sospetti

Agli Spedali civili di Brescia è stata allestita una tenda per l'emergenza coronavirus. «I pazienti con sintomi febbrili saranno indirizzati verso la struttura messa a disposizione dalla Protezione civile per una valutazione dei loro parametri clinici» spiega la direzione dell'ospedale bresciano in una nota. "L'obiettivo di questo filtro degli accessi - viene sottolineato - è quella di far seguire un percorso dedicato ai casi sospetti di coronavirus, per evitare il contatto con le altre persone in attesa".

American Airlines sospende i voli su Milano

American Airlines sospende tutti i voli da e per Milano fino al 24 aprile, dall'aeroporto Jfk di New York e da quello di Miami, dopo che gli Usa hanno annunciato di aver alzato l'allerta al massimo livello (4, ossia 'non viaggiare') per le aree italiane più colpite dal coronavirus, ovvero Lombardia e Veneto. L'ultimo volo dell'American Airlines da Milano rientrerà oggi. Nelle maglie di questa decisione è rimasto impigliato un gruppo di italiani, fatti scendere dall'aereo quando già alcuni di loro si erano accomodati in poltrona. L'equipaggio si è rifiutato di salire a bordo del volo in partenza dall'aeroporto JFK di New York per paura del contagio, e a nulla sono valse le rimostranze dei passeggeri che sono stati bloccati in fase di imbarco. A raccontarlo all'Ansa Alessandro Mezzanotte, avvocato, che stava rientrando in Italia assieme a un gruppo di colleghi da una missione oltreoceano. Il loro volo AA198 era in programma alle 18.05, destinazione Milano Malpensa. Ad imbarco aperto, il personale di bordo ha fatto sapere che considerava rischioso compiere quel viaggio, trovando immediato appiglio nelle decisioni prese una manciata di minuti prima dalle autorità americane. Dopo una notte in albergo, alle 20.45 di oggi (ora locale), il gruppo passerà di nuovo i controlli di sicurezza dello scalo americano. Stavolta con la certezza di riuscire ad arrivare a destinazione: ad attendere in pista ci sarà un aereo di Alitalia. 

Policlinico, altri due medici contagiati

Un infettivologo e un neurochirurgo. Sono due, a quanto Il Giorno apprende da fonti qualificate, i medici del Policlinico di Milano risultati positivi al tampone del coronavirus al termine dei controlli a tappeto effettuati dalla Ca’ Granda appena scoperto, lo scorso weekend, che un dermatologo aveva avuto la malattia Covid-19. Il dermatologo l’ha saputo una volta guarito, da un tampone prudenziale effettuato al momento d’esser dimesso dall’ospedale Sacco, dov’era stato ricoverato una settimana per una polmonite. Il professore universitario, tornato da un tour di venti giorni di conferenze all’estero, prima di andare a farsi visitare, intuendo d’avere "qualcosa di più di una comune influenza", aveva lavorato due giorni nel reparto di via Pace, senza visitare nessun paziente ma rimanendo a stretto contatto con quattro specializzandi, immediatamente messi in quarantena. Due sono risultati positivi al SARS-CoV-2, l’unico che aveva visitato pazienti dall’ultimo incontro col professore era negativo.

A Baggio i primi pazienti

I due spazi sono stati allestiti in meno di una settimana e sono pronti ad accogliere persone da tenere in isolamento. I primi ospiti verranno trasferiti dopodomani nel padiglione dell’ospedale militare di Baggio a Milano, all’interno della caserma Annibaldi: "Martedì si attiverà la struttura e cominceremo a portare pazienti – ha annunciato l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera –. Il profilo degli idonei è quello di pazienti che possono essere dimessi dagli ospedali, ma magari possono essere ancora positivi. Così liberiamo posti letto in attesa della loro negativizzazione". I lavori in via Saint Bon sono terminati martedì, e già da mercoledì mattina i locali, resi più confortevoli a tempo di record dagli specialisti dell’Esercito (coadiuvati da un team di esperti arrivati apposta dal Policlinico militare del Celio di Roma, compreso un infettivologo), sono a disposizione. 

Eurolega, Milano-Real Madrid a porte chiuse al Forum

L'Ax Milano affronterà il Real Madrid martedì 3 marzo, alle 20.45, in Eurolega a porte chiuse per i tifosi e senza accesso al Forum di Assago per i giornalisti. "L'Olimpia - informa il club con una nota - adotterà tutte le misure cautelari e preventive necessarie a tutelare gli atleti e il personale che opererà nel corso della gara, sono pertanto cancellati i servizi di hospitality e tutte le attività che richiedono raccolta di persone in spazi ristretti, inclusi i servizi stampa". La decisione è stata presa in comune accordo con l'Eurolega, "tenendo conto delle disposizioni delle autorità sanitarie della Regione Lombardia e del Comune di Assago" sul Coronavirus.

Scuole chiuse un'altra settimana

Intanto sono state confermate le misure di contenimento del virusstudenti a casa in Lombardia per un'altra settimana. "Le scuole non sono chiuse ma è stata sospesa l'attività. Quindi sarà possibile far entrare il personale per la sanificazione degli ambienti, i docenti possono accedere per attivare l'e-learning, così come il personale amministrativo per mandare avanti pratiche scolastiche", ha detto il vice presidente della Regione Fabrizio Sala. "Saranno ancora vietate le manifestazioni pubbliche, si lavora molto su evitare gli assembramenti, è il tema di cui si è parlato fin dal primo giorno", ha aggiunto. Niente da fare anche per le partite. La Lega di serie A, sulla scorta del decreto del presidente del consiglio del 25 febbraio (in vigore fino al 1 marzo), ha deciso di rinviare al 13 maggio quattro partite. Tra queste la partitissima Juventus-Inter. Sono cinque in totale le partite che non verranno disputate e che inizialmente erano previste a porte chiuse. Milan-Genoa, Parma-Spal, Sassuolo-Brescia e Udinese-Fiorentina. Contestualmente la Lega ha reso noto che la finale di Coppa Italia è stata spostata al 20 maggio.