Coronavirus, in Lombardia scuole chiuse per altri 7 giorni

Il governatore della Regione Attilio Fontana conferma: "Anche la prossima settimana l'attività didattica delle scuole e degli asili resta sospesa". Possibile attivare l'e-learning

Le scuole resteranno chiuse altri 7 giorni in Lombardia

Le scuole resteranno chiuse altri 7 giorni in Lombardia

Milano, 29 febbraio 2020 - L'ufficialità è arrivata attraverso un post del governatore Attilio Fontana che su Facebook ha confermato la chiusura delle scuole per la prossima settimana, dall'2 all'8 marzo, in tutta la Lombardia. Si tratta di un'anticipazione - molto attesa dalle famiglie - di quanto emerso nel corso della riunione con il premieri Conte e gli altri presidenti di regione. "Per ora l'unica notizia che posso anticipare, soprattutto nel rispetto delle famiglie, è che anche la prossima settimana l'attività didattica delle scuole e degli asili resta sospesa". "Le scuole non sono chiuse ma è stata sospesa l'attività. Quindi sarà possibile far entrare il personale per la sanificazione degli ambienti, i docenti possono accedere per attivare l'e-learning, così come il personale amministrativo per mandare avanti pratiche scolastiche", ha detto il vice presidente della Regione Fabrizio Sala. Accolta la richiesta della Regione: "Chiediamo ai lombardi di fare un sacrificio ancora per qualche giorno. Ma lo chiediamo sulla base di un pensiero scientifico forte perché Regione Lombardia si muove solo sulla base del parere degli esperti".

Una decisione che era già nell'aria, soprattutto per quanto concerne la Lombardia, la regione del nord più interessata dall'emergenza coronavirus. Da parte del governo c'è "sostanziale adesione alle nostre richieste": aveva confermato al TgR Lombardia l'assessore al Welfare della regione Giulio Gallera.

Le motivazioni della chiusura

"Ogni paziente che ha contratto il Coronavirus lo trasmette ad altre due persone. Mantenere per un’altra settimana la sostanza delle misure di contenimento già attuate sia per la zona rossa che per tutta la regione ha senso perché – prosegue Gallera – solo con 14 giorni di misure straordinarie, esattamente lo stesso numero di giorni di incubazione del virus, potremo capire se tali misure permettono di passare dalla diffusione uno a 2 alla diffusione uno a uno". E c’è un altro tema, non secondario: se i contagi dovessero aumentare, gli ospedali andrebbero in crisi, soprattutto nella zona rossa. "Nelle aree ad alta incidenza della nostra regione gli ospedali – spiega l’assessore – sono andati in gravi difficoltà per il numero dei casi e perché il personale sanitario è particolarmente esposto. Il 10% dei casi sono operatori sanitari. Le misure in corso hanno fatto sì che la diffusione del virus sia ancora circoscritta, l’incidenza è alta in pochi territori, pari a circa il 3% della popolazione regionale".