Coronavirus in Lombardia, 237 nuovi casi e 29 decessi. Ricoveri scesi sotto quota 3mila

Il rapporto tamponi/positivi migliora leggermente: 2,1%. In terapia intensiva -35 ricoverati. Aumentano i guariti

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Milano, 3 maggio 2020 - Oggi in Lombardia sono stati trovati 237 nuovi positivi al coronavirus e ci sono stati 29 morti. In totale i casi, dall'inizio dell'epidemia, salgono a 89.442 e i decessi a 16.172. Oggi sono stati effettuati 11.355 tamponi (in totale 777.477), gli attualmente positivi sono calati di 31 unità a 20.224, mentre i guariti/dimessi sono stati 239 (53.046). Il rapporto tra il numero di tamponi e i positivi è di 2,1%, in leggero calo rispetto a martedì. Ieri, con meno tamponi, i nuovi casi positivi erano stati 187, con 12 decessi. Continuano a calare i pazienti Covid in terapia intensiva o ricoverati negli ospedali. Oggi le terapie intensive hanno registrato un arretramento di 35 unità (totale a 131), mentre i ricoveri scendono sotto quota 3 mila a 2.995 (-26). Ieri i pazienti in terapia intensiva erano calati di una unità, mentre i ricoverati di 64. Aumentano i guariti: sono 53.046, +239 rispetto a ieri. 

Riepilogo dei dati del 3 giugno
Riepilogo dei dati del 3 giugno

I dati delle province

Nel corso delle ultime 24 ore, il numero di contagiati nell'area metropolitana di Milano è aumentato di 37 unità a 23.176 mentre nella sola città di Milano l'incremento è stato di 14 unità a 9.822. Ieri gli aumenti erano stati rispettivamente di 45 e 12 unità ma con un numero di tamponi nettamente inferiore. Per quanto riguarda le altre province, i nuovi positivi sono aumentati di 77 a Bergamo, di 51 a Brescia, di 10 a Como, di 6 a Cremona, di 5 a Lecco, di 7 a Lodi, di 2 a Mantova, di 28 a Monza e Brianza, di 3 a Pavia, di 1 a Sondrio e di 5 a Varese.

I dati delle province del 3 giugno
I dati delle province del 3 giugno

Fontana: bene libertà di circolazione

"Sono molto soddisfatto e credo che una scelta diversa non avrebbe avuto molto senso, sono soddisfatto soprattutto della considerazione che siamo entrati anche noi nella possibilità di circolazione, perché i numeri stanno andando bene. Questa è la cosa che mi rasserena di più e che mi fa dire che siamo orami indirizzati verso la fine di questo problema". Lo ha detto il presidente della Regione, Attilio Fontana. "Io credo che agli italiani si debba dire che la vita può ricominciare a essere normale, ma si debba anche dire che quelle precauzioni devono essere mantenute - ha aggiunto -. Non si può pensare che tutto sia tornato come prima, abbiamo riacquistato una parte della nostra libertà ma qualcosina ancora no, come la mascherina, la distanza sociale e gli assembramenti (COSA CAMBIA DAL 3 GIUGNO)". 

Frontiere aperte ma solo agli svizzeri

Da oggi, mercoledì 3 giugno, riaprono i confini regionali e anche i lombardi, che fino all'ultimo hanno temuto di venire esclusi dal provvedimento, potranno muoversi liberamente al di fuori della propria regione. Non sarà ancora un liberi tutti, ma c'è qualche concessione in più. Restano, però,i divieti tra Italia e Svizzera, e in particolare tra le province di Como e Varese con il Canton Ticino o di Sondrio con i Grigioni. O meglio restano solo a senso unico considerato che se con il lockdown ha coinciso con la (quasi) serrata delle dogane, da oggi il Belpaese riapre le sue porte ma la Svizzera no. 

Immuni, è corsa all'App che mappa i contagi

In ventiquattro ore l’app Immuni è stata installata su oltre mezzo milione di smartphone. "I cittadini ne hanno capito l’importanza e l’utilità – ha dichiarato soddisfatta il ministro per l’innovazione, Paola Pisano –. Ad oggi siamo il primo grande Paese d’Europa e uno dei primi Paesi del mondo a usare una tecnologia simile per il contrasto del virus".

Riapre il Pronto soccorso di Codogno

Intanto domani riapre il Pronto soccorso dell'ospedale di Codogno, chiuso dallo scorso 21 febbraio dopo la scoperta del 'paziente 1'. Sottoposto a doppia sanificazione e riorganizzato con percorsi alternativi per pazienti sospetti Covid e e pazienti no-Covid, torna a disposizione del territorio e allo stesso tempo rappresenta un passaggio anche simbolico dalla fase di piena emergenza a quella dell'auspicato ritorno alla normalità.