Coronavirus in Lombardia, rallentano i contagi. Ma per un farmaco strada in salita

Aumentano i positivi ma è raddoppiato il numero dei tamponi. Decessi a quota 7.593. Gallera: "Una piccola luce in fondo al tunnel"

Emergenza coronavirus

Emergenza coronavirus

Milano, 2 apile 2020 -  "Iniziamo a vedere una piccola luce in fondo al tunnel", ha detto l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera osservando i numeri del quarantunesimo giorno di emergenza coronavirus in Lombardia. Ieri: 44.773 positivi censiti, l’aumento di 1.565 è di cinquecento più alto rispetto a martedì, ma i tamponi processati (dall’inizio 121.449) sono cresciuti di quasi settemila (a fronte di 4.600 il giorno prima). Altri 394 morti si sono aggiunti a un conto arrivato a 7.593, ma gli ospedali tirano un po’ il fiato, i dimessi arrivano a 11.415 (e a 23.911 i positivi in isolamento domiciliare, aggiungendo chi non è mai stato in ospedale), poco meno degli 11.927 malati di Covid19 ancora in reparto. Che aumentano di 44 (meno del giorno prima), mentre è +18 il saldo tra nuovi ingressi, dimessi e deceduti nelle terapie intensive, ma l’assessore ha confermato "la tendenza alla riduzione della pressione".

Gallera: "Aumentano i tamponi"

"I tamponi stanno aumentando", ha ribadito questa mattina Gallera in collegamento su Telelombardia, ritornando sui numeri dei contagi. Adesso stanno "iniziando a tamponare tutti i medici di medicina generale". Prima "il tampone veniva fatto solo quelli che avevano un sintomo, adesso li stiamo tamponando tutti, e stiamo sorvegliando tutti gli operatori, medici e infermieri, delle strutture sanitarie, e socio sanitarie, e se hanno piu' di 37,5 di febbre, li tamponiamo". Per avere un'idea di quali numeri si parla l'assessore ha aggiunto: "Gli operatori del sistema sanitario sono 300mila, i medici di medicina generale sono 8mila. A questi si aggiungono coloro che scono dalla quarantena, che ovviamente tamponiamo". 

Strada ancora in salita per un farmaco

Così incomincia un lento, faticoso ritorno alla normalità, ove normalità è metter la testa di un comitato scientifico, composto da infettivologi, farmacologi, virologi e clinici, a setacciare la mareggiata di proposte di terapie antiCovid che arrivano alla Regione. Ma "non esistono farmaci che abbiano evidenze accertate di efficacia contro questa malattia che conosciamo da due, tre mesi – ha chiarito Giuliano Rizzardini, direttore del dipartimento di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco –. La terapia principale è quella di supporto: l’ossigeno (dalla mascherina al respiratore, ndr) e il monitoraggio dei pazienti, intervenendo prevalentemente con farmaci off label (sviluppati per altre malattie, ndr) e in alcuni casi in uso compassionevole (non ancora registrati dalle autorità regolatorie)".

Passeggiate? Cittadini disorientati

"O diamo tutti lo stesso messaggio o il cittadino si sente disorientato e allenta la tensione". Così l'assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera è tornato sulla circolare del Viminale sulle passeggiate. Riferendosi ai dati in calo dell'epidemia, Gallera ha sottolineato che i "questi risultati positivi sono figli del sacrificio dei lombardi", poiché non esiste ancora un vaccino. "Il coronavirus si trasmette a una velocità enorme. Se noi riusciamo a mantenere il distanziamento sociale e l'isolamento, evitiamo che le persone si infettino e vinciamo la nostra battaglia", ha aggiunto.

La lettera dei sindaci alla Regione Lombardia

Le richieste e la polemica dei sette sindaci Pd contro la Regione Lombardia "non sono una bella immagine, noi abbiamo dovuto affrontare una guerra". Lo dice l'assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, intervistato da Telelombardia. "In questo momento le istituzioni devono lavorare insieme. Noi, al di là di alcuni momenti, abbiamo capito le difficoltà del Governo nazionale, non abbiamo voluto fare polemica, e i cittadini vogliono un messaggio compatto delle istituzioni e soluzioni ai problemi". I sindaci sono "in contatto costante e diretto con il presidente Fontana, ci sono tutte le settimane videoconferenze con loro. Li abbiamo incontrati la prima volta domenica 23 febbraio, per dire la tempestività del coinvolgimento". A fronte di questo, "vedere che scrivono cose strumentali e attacchi politici non dà una buona immagine, ma giudicheranno i cittadini". Il sindaco Sala: "Nessuna polemica, solo per il bene comune.

"Sarebbe folle vanificare gli sforzi"

"Anche oggi c'è una situazione positiva che emerge dal quadro dei dati ma sarebbe folle vanificare tutto - ha sottolineato Gallera -. Sappiamo che rimanere in casa è dura, soprattutto per chi ha bimbi piccoli. Tutti eravamo abituati a ritmi diversi. Ma stare chiusi in casa ci sta portando a dire che in fondo al tunnel si vede una luce. Dobbiamo avere capacità di resistere. Non possiamo polverizzare distanziamento sociale. Non abbiamo dato al virus per 20 giorni corpi di cui nutrirsi. E dobbiamo andare avanti così".

Meno spese nel week-end, il frigo si riempie martedì

Lunedì e martedì sono diventati i giorni della spesa al supermercato. Calano le presenze al sabato, quasi dimezzate la domenica. Lo rilevano i dati dell’Osservatorio di Stocard, l’app che consente di digitalizzare le carte fedeltà della grande distribuzione organizzata e di raccoglierle nello smartphone (45 milioni di utenti nel mondo). Il confronto tra l’ultima settimana di febbraio prima dell’emergenza coronavirus e il periodo tra il 9 e il 22 marzo, già segnate dai provvedimenti che limitano gli spostamenti e fermano le attività commerciali, evidenzia una diminuzione dei picchi di spesa nel weekend e alla sera, dopo il lavoro, e una crescita durante la settimana, sopratttutto nei primi giorni.

Più liquidità alle Pmi, primo step per ripartire

 Andrea Monticini è professore di Econometria finanziaria all’Università Cattolica del Sacro Cuore. All’inizio dell’emergenza coronavirus aveva ipotizzato due scenari: perdite immediate per il turismo e un’industria con anticorpi per reggere fino a due mesi di rallentamento. Cosa è cambiato? "Molto: l’epidemia era ancora un problema cinese e poi italiano. Gli altri Paesi europei avevano tempo e modo per mettere in campo anticorpi per predisporre politiche di contenimento di questo virus. Tempo che in parte è stato perso.

I dati delle province

A Milano e provincia ci sono 9.522 positivi, 611 casi in più rispetto al giorno prima i dati sono in incremento ma c'è minore pressione sui pronto soccorso e sui ricoveri ospedalieri. Anche a Milano città si è registrato un incremento della crescita: i positivi sono 3.815, più 159 rispetto alla crescita comunicata ieri che era di 96. "Abbiamo ormai evidenza - ha detto Gallera - anche nella città di Milano, dove i dati sembrano essere in controtendenza, che c'è una diminuzione netta della pressione sui pronto soccorso e sui presidi ospedalieri". Cresciuti i dati anche a Bergamo (9039 casi) con un aumento di 336, mentre erano stati 139, e a Brescia (8568 casi) con un aumento di 231, mentre erano stati 154. Cremona ha registrato 3.941, (+ 72). Importante anche il numero della provincia di Monza-Brianza con un totale di 2.543, (+ 81). Pavia ha 2.180 positivi, (+ 47); Lodi 1.157 (+ 41). A Mantova i casi sono 1.736 (+48), a Lecco 1.516 (+46). Sono rimasti più contenuti i numeri nelle altre province della Lombardia: Como 1.157 (+56), Varese 937 (+44) e Sondrio 484 (+14). Ancora nessun nuovo caso positivo a Codogno, dove si è sviluppato il primo focolaio di coronavirus in Italia. 

LA MAPPA DEL CONTAGIO IN LOMBARDIA