BEATRICE RASPA
Cronaca

Collebeato, morta dopo la caduta in piscina. La procura: “Il marito non ha colpe”

Chiesta l’archiviazione dell’inchiesta per omicidio colposo. Per i magistrati dall’uomo, care giver della moglie, “non poteva esigersi una condotta diversa da quella tenuta”

Sul posto dell'incidente arrivò anche un'automedica (Archivio)

Collebato (Brescia), 14 settembre 2023 – La procura di Brescia ha chiesto l'archiviazione del fascicolo per la morte di Michela Marelli, la quarantaseienne che lo scorso 16 giugno era annegata nella piscina di casa dopo essere scivolata in acqua. Il marito della donna, affetta da problemi di salute che rendevano estremamente frequenti le cadute, era stato iscritto al registro degli indagati per omicidio colposo.

L’ipotesi iniziale era che il consorte non avesse messo in atto un'adeguata sorveglianza, lasciando la vittima sola.

Tuttavia alla luce di una serie di accertamenti, la procura si è convinta che dall'uomo, care giver della moglie, "non poteva esigersi una condotta diversa da quella effettivamente tenuta”.

Per più di una ragione: il marito non poteva dedicarsi in modo totalizzante alla consorte, dovendo assolvere anche ai suoi doveri lavorativi, è la tesi della pubblica accusa. Poteva in genere contare su una rete di aiuti, in particolare sul suocero, il padre della quarantaseienne, quasi sempre in casa con la figlia, impiegata che lavorava da remoto in smart working.

Il giorno della tragedia Michela Marelli lavorava seduta vicino alla piscina e il genitore, conoscendo le sue condizioni e le frequenti perdite di equilibrio della figlia, le aveva suggerito di allontanarsi. Invito sul momento raccolto dalla donna, la quale tuttavia, durante un momento di assenza del familiare, è precipitata nella vasca ed è annegata.

Per la procura la donna ha scelto liberamente di non ascoltare il consiglio del padre e di riavvicinarsi alla piscina. “La sua azione è l'unico antecedente logico e giuridico nel rapporto di causalità con l'evento, idoneo a elidere qualsiasi forma di controllo rispetto a chi nei suoi riguardi rivestisse una forma di garanzia”.