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Certosa di Pavia sotto minaccia: firme per bloccare le trivellazioni

Legambiente e Parco Visconteo, mobilitazione contro il degrado di Manuela Marziani

CORDATA In campo Legambiente per salvare la Certosa di Pavia e il territorio dalle trivellazioni E contro il degrado di mobilita anche l’associazione Parco Visconteo, il cui presidente Emilio Ricci, pensa a salvare quello che definisce un «bene del mondo» certosa- la certosa di pavia- foto torres

Certosa di pavia (Pavia), 26 aprile 2015 - Raccolta firme per salvare il monumento. L’ha lanciata Legambiente preoccupata per i legami scoperti negli Stati Uniti tra il fracking per estrarre petrolio e l’aumento dei terremoti. Un pozzo di estrazione del gas dovrebbe essere autorizzato a Zibido San Giacomo a 15 chilometri dalla Certosa di Pavia. «Sarebbe una minaccia per il fragile complesso monumentale – dicono gli esponenti dell’Associazione Parco Visconteo nata per la difesa del complesso –. Un motivo in più per essere contrari alle trivellazioni». Così anche ai pavesi e a tutti coloro che intendono preservare il monumento è stato chiesto di aggiungersi alle 330 persone che stanno chiedendo al presidente della Regione, Roberto Maroni che «non vengano autorizzate nel comune di Zibido San Giacomo la costruzione e la successiva produzione di un pozzo di estrazione gas che porterà sicuramente a modificare e a mettere a rischio la valorizzazione del Parco Sud Milano».

Leggendo lo studio americano, infatti, i timori non mancano. «Si dovrebbe ragionare prima di fare le cose – aggiunge Maurizio Marzano, da sempre attento ai problemi che vive la Certosa –. La Pianura Padana non è zona sismica, ma nella carta di rischio recentemente aggiornata dalla Provincia, questa zona è stata valutata più “in pericolo” di quanto non fosse in passato. Quindi se prima eravamo tranquilli, ora lo siamo meno e nutriamo timori anche per il nostro patrimonio. Se, infatti, la Certosa sarebbe troppo vicina alle trivellazioni, anche Pavia dove un crollo storico si è già verificato e i monumenti fragili sono numerosi, non potrebbe stare serena». Legambiente si sta organizzando per lanciare in modo massiccio la petizione. L’obiettivo da raggiungere è di mille firme con le quali si pensa di scongiurare le esplosioni sotterranee e salvaguardare il territorio. Nel frattempo, Emilio Ricci il presidente dell’associazione Parco Visconteo che alla Certosa è nato, pensa a salvare quello che definisce un «bene del mondo».

«Dopo le nostre denunce qualcosa si è mosso – sottolinea Ricci –. Durante le visite che i politici hanno fatto alla Certosa si sono accorti che il problema dell’umidità era reale e dei fondi sono arrivati. Con quelli le mura del lato est sono state rinforzate in sei punti e stanno ancora lavorando». Si deve ancora risolvere, invece, il problema degli orari d’apertura. I frati che gestiscono il monumento riescono a consentire orari molto ridotti, che non coincidono con le esigenze dei turisti. Per ovviare al problema, si era pensato di affidare l’accompagnamento dei turisti a guide specializzate. «Pensavamo di far pagare un biglietto – ricorda Emilio Ricci –, ma quel progetto si muove con alcune difficoltà». Ed Expo ormai è alle porte. «Expo o no, crediamo che la Certosa debba essere aperta di più sempre – conclude Ricci –. E tutelata. Noi lavoriamo per proteggerla».

manuela.marziani@ilgiorno.net