Perizia choc sulla funivia del Mottarone: il 68% della fune già rotto prima della caduta

L'analisi sul cavo di trasporto della cabina sulla quale sono morte 14 persone evidenzia rotture pregresse dei cavi: nessuna traccia di controlli

Stresa (Verbania) - Le rotture "a fatica e fatica/corrosione" nella maggior parte dei fili, pari al 68%, "sono avvenute ben prima del 23 maggio 2021", quando la cabina della funivia del Mottarone è precipitata provocando 14 vittime con un solo sopravvissuto, il piccolo Eitan. "Negli ultimi mesi i controlli", di cui non c'è traccia nei registri, "non sono stati effettuati". E una "corretta attuazione dei controlli stessi avrebbe consentito di rilevare i segnali del degrado" o "la presenza di anche un solo filo rotto e segni di corrosione", evitando quindi la tragedia.

La funivia del Mottarone precipitata
La funivia del Mottarone precipitata

Lo hanno messo nero su  bianco gli esperti coordinati dal professor Antonello De Luca, nella perizia consegnata al gip di Verbania Annalisa Palomba sulle cause dell'incidente del Mottarone. "La rottura della fune traente - scrivono - è avvenuta non per un eccesso di sforzo bensì a causa del degrado della fune". E i freni d'emergenza, come è emerso subito dopo il disastro, erano stati disattivati. La corretta attivazione avrebbe consentito di "bloccare in sicurezza la cabina sulla fune portante". Sono 14 gli indagati, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Verbania. 

"La rottura della fune traente, così come accertato dalle estese analisi metallografiche e frattografiche condotte, è avvenuta non per un eccesso di sforzo, bensì a causa del degrado della fune stessa verificatosi in corrispondenza dell'innesto della fune nella stessa testa fusa, punto più delicato della fune", dice ancora la perizia.  "La causa della precipitazione della cabina n.3 della funivia è stata l'inserimento di esclusori di funzionamento al sistema frenante di emergenza previsto da norma e presente nella cabina n.3".

"Tali esclusori hanno impedito, in occasione della rottura della fune traente, che il sistema frenante di emergenza si attivasse andando a bloccare in sicurezza la cabina sulla fune portante", viene spiegato nel documento agli atti.  "L'analisi frattografica ha infatti mostrato che, in corrispondenza del punto di rottura della traente, il 68% circa dei fili presenta superfici di frattura che testimoniano una rottura a fatica e fatica/corrosione dei fili ragionevolmente antecedente la precipitazione del 23 maggio 2021", si sottolinea nella perizia.

 Il personale della funivia del Mottarone era a conoscenza del malfunzionamento del sistema frenante,  scrivono i periti nell'ultima parte del documento depositato ieri alla cancelleria del Gip di Verbania. "La consapevolezza di questi malfunzionamenti - sottolineano i tecnici - ha condotto, piuttosto che a sospendere immediatamente l'esercizio pubblico, addirittura alla inaccettabile idea di inserire i dispositivi di esclusione di una funzione di sicurezza estrema rappresentata proprio dal freno di emergenza agente sulla fune portante ed addirittura tale inaccettabile idea di inserimento degli esclusori dei freni e' stata messa in atto nell'arco di un periodo di tempo neanche limitato, almeno dall'8 maggio 2021 al 23 maggio 2021 con continuita'".

Spiegano i tecnici: "I rilevati frequenti malfunzionamenti avrebbero dovuto - piuttosto che determinare l'adozione del rimedio, contrario alla normativa vigente, di inibire il sistema frenante con l'inserimento degli esclusori dei freni - imporre l'esecuzione di una ben piu' approfondita ricerca e di una assidua (anche giornaliera) verifica della fune traente (elemento a questo punto di assoluta importanza per la sicurezza dei passeggeri e di tutti) in corrispondenza degli attacchi alla testa fusa, cosi' come previsto dalla normativa sulle funi e dalle raccomandazioni del produttore, e comunque in ogni caso mai derogare dalla disponibilita' della entrata in funzione dei freni in ogni corsa della funivia".

"In sintesi - conclude la perizia - deve ritenersi esigibile da parte dei gestori delle funivie e del personale addetto, allo scopo adeguatamente formato, la conoscenza dell'esistenza del rischio, evidenziato nella letteratura tecnica di settore e nelle prescrizioni del normatore, sia della rottura delle funi di movimento e sia della (conseguente) rilevanza della funzione del freno di emergenza agente sulla fune portante".