Strage nelle case di riposo, "non daremo un euro"

Milano, la controffensiva delle strutture nel mirino. La Fondazione Don Gnocchi: resisteremo a ogni iniziativa giudiziaria dei parenti

Anziano in una casa di riposo (foto d'archivio)

Anziano in una casa di riposo (foto d'archivio)

Milano, 29 maggio 2020 - «Nessuna disponibilità ad aprire alcun tavolo di trattativa, attesa l’insussistenza di alcun profilo di responsabilità della Fondazione Don Gnocchi". È la prima risposta ufficiale di una Rsa ai parenti dei malati Covid che hanno presentato denuncia per avere risarcimento in sede civile. Inzia una sorta di Fase 2 anche nella lunga e complessa inchiesta coordinata dall’aggiunto Tiziana Siciliano per individuare le responsabilità della contestata gestione dei reparti all’interno degli istituti in cui gli anziani si sono malati di Covid. Proprio le scorse settimane alla Fondazione Don Gnocchi sono arrivate decine di lettere di richiesta di risarcimento danni in sede civile.

"Ogni iniziativa giudiziaria che verrà avanzata sarà debitamente contrastata nelle competenti sedi". Nella lettera si ribadisce che la Fondazione "ha sempre agito in modo corretto seguendo le procedure e adottando le misure cautelative definite dall’Istituto superiore di Sanità". E ancora: "Sotto questo profilo, si contestano in modo fermo e deciso tutte le insinuazioni e accuse, anche di pretese negligenze e gravi omissioni". In attesa di capire cosa ne sarà del risarcimento in sede civile e come finirà la battaglia legale, oltre ai parenti degli anziani ospiti del Don Gnocchi, ci sono anche le famiglie degli ospiti del Pat che, coordinati da Alessandro Azzoni, stanno organizzando una “class action”.

La maxiassociazione che riunisce familiari di venti residenze assistenziali sta definendo gli ultimi dettagli, e aggiornando il lungo elenco di Rsa da aggiungere alla battaglia legale. Fra queste ci sono è anche la Casa "Don Guanella", il Piccolo Rifugio, la Baroni- Coopselios. Il Comitato Verità e Giustizia per le vittime del Trivulzio chiede anche che sia possibile tornare a fare visita ai parenti, almeno attraverso un vetro. "Dopo le vicende di questi mesi legate al coronavirus, "tutti gli anziani sono traumatizzati e disorientati", dice il Comitato.