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Quattro morti in pochi giorni per cercare funghi: ecco le 4 regole per evitare incidenti

Si tratta di un’attività che provoca decine di morti ogni anno. Il rischio più frequente è la caduta e la conseguente incapacità di tornare su sentieri battuti

Ogni anno il Soccorso alpino effettua centinaia di interventi per recuperare persone scomparse alla ricerca di funghi

Negli ultimi giorni, quattro persone sono morte in Lombardia per incidenti avvenuti mentre cercavano funghi in montagna o collina.  L’ultimo in ordine di tempo è Marino Ruggeri, 89 anni disperso dalle prime luci di oggi martedì 15 agosto nei boschi di Paspardo, in Val Camonica, dove era andato a cercare funghi. L’anziano è stato trovato morto in un canalone vicino al sentiero. Sempre oggi un uomo di 55 anni è morto sui monti di Preda Rossa, nel comune di Val Masino. Si chiamava Stefano Camesasca ed era uscito lunedì senza fare più rientro, dopo una notte di ricerche è stato trovato cadavere in mattinata.

Qualche giorno prima, a Rasura, si è svolto il funerale di Oreste Pezzini, un 77enne che ha perso la vita dopo una caduta nelle serve non lontano da dove risiedeva. Anche lo scorso fine settimana, nella zona di Sacco, frazione di Cosio Valtellino, un uomo di 84 anni di nome Enrico Vaninetti è rimasto vittima di una tragica caduta durante un’escursione a funghi in solitaria. I familiari non riuscivano a mettersi in contatto con lui e hanno lanciato l’allarme.

Morire per funghi non è raro

La ricerca di funghi in terreni impervi causa ogni anno, in Italia, decine di vittime. Soprattutto tra agosto e settembre. Si tratta di un’attività molto più pericolosa di quanto si possa pensare, soprattutto per le persone di una certa età. Per gli esperti, si tratta di un problema sottovalutato che esiste da sempre e non assurge spesso alla cronaca nazionale perché le notizie delle singoli morti sono pubblicate quasi solo dai giornali locali.

Terreni impervi e scivolosi

Una delle cause di incidenti più frequente sono le cadute. Chi va in cerca di funghi infatti, al contrario degli alpinisti, non segue sentieri tracciati ma preferisce spesso battere le zone meno frequentate e più ripide dei boschi. E spesso lo fa dopo che è piovuto – il momento in cui nascono i funghi – e quindi in terreni scivolosi dove è facile cadere.

Consigli per la sicurezza

Per diminuire i rischi, è possibile attenersi ad alcune semplici indicazioni (benché non siano ovviamente sufficiente per evitare incidenti):

1) Conoscere la zona in cui si andrà ad operare. Avere esperienza dell’area in cui si intende effettuare quella che, a tutti gli effetti, è un’escursione, significa conoscerne i pericoli e poterli evitare.

2) Essere allenati e avere una buona capacità escursionistica. Meglio non improvvisarsi grandi camminatori.

3) Dato il rischio di scivolare, è bene munirsi di attrezzatura adatta: un vestiario appropriato, pantaloni lunghi, ma soprattutto un buon paio di calzature da montagna sono d’obbligo. Il 70% delle persone interessate da un incidente indossava stivali di gomma, che è vero riparano bene dall’umidità, ma non offrono alcun sostegno e stabilità al piede che risulta libero di ruotare nel suo interno. Sono sconsigliatissimi.

4) Nel bosco, soprattutto se si abbandonano i sentieri battuti, non è difficile smarrirsi. Importante è quindi avere con sé strumenti che possono aiutare nel caso si perda l’orientamento (gps, mappe topografiche, una bussola).