Aicurzio (Monza Brianza), 8 Novembre 2023 - Assoluzione per infermità mentale totale e almeno 10 anni di ospedale psichiatrico giudiziario come misura di sicurezza per la pericolosità sociale.
E' la sentenza decisa dalla Corte di Assise di Monza per Davide Garzia, il 24enne di Aicurzio che il 21 aprile del 2022 ha ucciso in casa a calci e pugni la madre Fabiola Colnaghi, casalinga 58enne, infierendo poi anche sul suo cadavere. Per il giovane, già ospite di una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza, la perizia psichiatrica disposta in incidente probatorio ha concluso per la totale incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti. Il giovane è stato anche ritenuto socialmente pericoloso in quanto a suo carico persiste "un elevato rischio di ricaduta clinica e comportamentale", quindi per Davide il pm della Procura di Monza Giovanni Santini aveva revocato la misura di custodia cautelare in carcere a favore del ricovero in una struttura psichiatrica.
A chiedere che il 23enne venisse sottoposto a una perizia psichiatrica in incidente probatorio, ovvero con la partecipazione anche di un consulente nominato dalla difesa dell'indagato, era stato il pm, in modo che un'altra perizia non dovesse essere ripetuta all'apertura del processo che, con questa diagnosi, era scontato andasse verso l'assoluzione dalla pesante accusa di omicidio volontario aggravato e vilipendio di cadavere per totale infermità mentale. "Venite, ho ucciso mia mamma", ha detto Davide al telefono dopo avere chiamato i carabinieri all'ora di pranzo del 21 aprile dell'anno scorso. Il giovane ha infierito brutalmente sulla madre, colpendola alla testa, all'addome e nelle altre parti del corpo. Per poi fare anche vilipendio del cadavere, tagliandole i capelli con una forbice, cospargendone il viso di candeggina e scrivendole parolacce sulle gambe con il pennarello.
Una sequenza di scene da film dell'orrore che però fino alla perizia non avevano ancora convinto gli inquirenti sul fatto che Davide potesse essere stato mosso da un raptus di follia, bensì da un bornout dopo uno scatto di rabbia.