GIULIO MOLA
Cronaca

L'orco del maneggio coperto dalle bugie

Milano, una madre ha fatto scoprire l’orrore: quattro bambine molestate: c’era chi sapeva e taceva

Violenze nello sport

Violenze nello sport

L’orco ha l’aspetto gentile anche se è un energumeno. Viene da una buona famiglia, arriva puntuale al posto di lavoro, è cordiale con le istruttrici e il presidente del maneggio. Poi all’improvviso si trasforma, viene fuori la sua vera indole, di violento e molestatore. Agisce indisturbato fra le 17 e le 21 entrando in contatto con le sue giovanissime prede dove e come vuole. Mentre tutti, nel Centro Ippico, credono che sia lì, a preoccuparsi dei pony cui dovrebbe mettere il collirio. In realtà l’orco ha altro da fare. Sembra un brutto incubo ciò che vi abbiamo descritto, ma invece è il film dell’orrore che ha visto protagoniste giovanissime bambine, turbate e spaventate in una struttura a nord di Milano. Un centro sportivo che dovrebbe essere l’oasi di felicità dove far divertire i più piccoli.

In un contesto in cui troppo spesso si sente dire "Se l’è cercata", "Era consenziente", "Si è sognata tutto", ci pensa una mamma coraggio a rompere il muro d’omertà. Ci scrive, ci telefona, la incontriamo. E racconta tutto, mentre il “mostro“, punito dalla Giustizia Sportiva (5 anni di squalifica) aspetta di essere giudicato dal Tribunale di Milano per reati gravissimi. "È iniziato tutto nel 2019, quando io e altre mamme abbiamo avuto una situazione molto brutta riguardante le nostre bambine. La più piccola aveva 5 anni, l’altra 6, una 7, poi mia figlia di 9. Tutte molestate e minacciate col coltello da una brutta persona di neppure trent’anni nella stanza di un maneggio, a pochi passi da cavalli e pony".

Pare che tutti sapessero ma nessuno parlava. E la situazione è andata avanti per un anno. "Mia figlia era la più grande ma pure la più spaventata – continua “mamma coraggio“ –, perché aveva paura di parlare e tutt’ora è terrorizzata. Fu lei stessa ad un certo punto a confidarsi prima con una sua amica, solo in seguito ne parlò con me, quando ormai avevo saputo tutto dal genitore della sua compagna. Un racconto da brividi: loro, così piccole, venivano costrette a “toccare“ quell’uomo dietro la minaccia di un coltello...“Mamma, mia ha preso anche stasera per il giubbotto per portarmi in selleria... la mia amica ha detto di mettere giù le mani...“".

Si ferma la signora. Il ricordo di quegli orribili approcci è un pugno nello stomaco. Ma con lucidità precisa: "La selleria era il posto dove nessuno andava, vicino l’armadietto dei farmaci dei pony, nessuno poteva vedere". Tutto questo nel novembre del 2019. “Mamma coraggio“, sconvolta ma decisa a combattere, si rivolge al presidente del Centro: "Guardi, che è successo qualcosa di grave, gli dicevamo. Il suo collaboratore ha fatto questo alle bambine... E lui quasi ci scherzava su: “Ma va, sono solo fantasie...“. Addirittura quando avvisai che sarei andata a denunciare quell’uomo mi fu risposto: “Signora, attenta a quello che fa, è una brava persona...“. Decisi di sporgere denuncia ai carabinieri, rendendomi conto dell’assurdità di quel che stava succedendo nel maneggio, dove erano schierati in difesa di quel ragazzo, con il pretesto che avesse “problemi seri“. In realtà tutti erano a conoscenza delle sue problematiche legate all’incapacità di controllare rabbia e aggressività. Anzi, il presidente e le istruttrici insistevano: “È un bravo ragazzo, sa, i bambini delle volte inventano... o sono troppo “leggeri“".

La signora ritira la sua bambina dal maneggio, il giorno della denuncia si presenta dai carabinieri anche il presidente del circolo e la moglie per rendere testimonianza. Il problema è che nessuno dei due aveva detto a lei e alle altre mamme che già in precedenza delle bambine con i rispettivi genitori si erano lamentate. "E infatti il maresciallo lo richiamò il giorno dopo contestandogli la falsa testimonianza, avendo saputo dei fatti precedenti...". Sempre nel novembre 2019, l’orco viene cacciato dal maneggio ("Piccole avances, abbiamo provveduto a mandare via il soggetto...", l’allucinante spiegazione). E nel novembre del 2020 c’è stata una prima significativa sentenza, quella della Procura della Federazione Sport equestri: 5 anni di squalifica, il personaggio (che nel frattempo frequentava un altro maneggio) per un po’ non può tesserarsi da nessuna parte. Anche se resta a piede libero, con un procedimento penale in corso e nonostante in un primo momento il pm avesse chiesto la custodia cautelare in carcere ("Ha molestato 4 bambine, tutte interrogate, lo mettiamo in galera") salvo poi “rimangiarsi“ tutto nel marzo 2020 poiché "l’istruttrice ha detto che è bravo e tranquillo, seguito dagli psicologi..." .A fine maggio al Tribunale di Milano l’udienza che forse farà giustizia, anche se nella mente della “mamma coraggio” resta ancora l’interrogativo più inquietante: "Non riesco a darmi pace per le bugie di chi sapeva e non ha parlato...". (2 - Continua)