
il supermarket
Rivolta d'Adda, 26 gennaio 2019 - Troppo alto. Un supermercato, sotto la spada di Damocle da 12 anni, rischia di essere decapitato e, secondo un paio di periti, ha probabilità di crollare. È lo stabile dove apre i battenti il Carrefour di Rivolta d’Adda. La storia è lunga, complessa e infinita e parte nel 2007, quando il Comune amministrato dal centrodestra concede a una ditta di costruire questo supermercato. Due piani per sette metri di altezza secondo quanto prevede il piano regolatore in via Verdi. Ma tre “vicini di casa” si appellano: secondo loro la legge prevede un solo piano. Il ricorso al Tar è vinto dai vicini, con multa al Comune di 2.000 euro, da versare alla parte prevalente e la pratica è affidata a un perito per conoscere se la capitozzatura (taglio di un piano dell’edificio) lascerà in piedi lo stabile o rischierà di farlo crollare.
Il primo perito interpellato sentenzia che se si toglie un piano, l’edificio crolla. Il comune fa quindi ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar. Mentre si attende la decisione, viene eseguita una perizia di parte che vuole stabilire se la capitozzatura pregiudichi la stabilità dell’intero stabile. Il perito conferma la tesi del collega e allora, secondo la legge, il Comune si rivolge all’Agenzia delle entrate perché trasformi la demolizione impossibile in una multa. Detto fatto, l’Agenzia emette un bollettino di 20mila euro che i proprietari dello stabile in questione versano al Comune e tutto sembra finito. Invece no, perché arriva la decisione del Consiglio di Stato che dà ragione al Tar e condanna il Comune a versare 2.000 euro ai tre proprietari, ordine che viene eseguito, anche se il comune deve mettere in preventivo una spesa fuori bilancio.
Tutto finito? No, c’è un terzo ricorso e la nomina, da parte del Consiglio di Stato di un nuovo perito super partes che deve dare un suo parere. Nel frattempo, siamo nelle scorse settimane, anche il comune nomina un perito di parte che deve dire la sua su questa benedetta capitozzatura. Le perizie sono previste entro fine anno, ma nessuno si illude che metteranno la parola fine alla vicenda. Due particolari: tra i tre vicini ricorrenti c’è il padre dell’attuale vicesindaca e il piano in questione non è mai stati utilizzato ed è sempre stato vuoto.