Sangue e impronte mai trovate nei rilievi del Ris "In questa stanza è stata aggredita Sabrina"

Crema, il caso Beccalli e le prove raccolte dai consulenti della famiglia nella casa del mistero

Sabrina Beccalli insieme ad Alessandro Pasini, in carcere con l’accusa di omicido

Sabrina Beccalli insieme ad Alessandro Pasini, in carcere con l’accusa di omicido

Crema (Cremona) - Macchie di sangue trovate nella lavanderia, il locale antistante il bagno dove, nella prime ore di Ferragosto di un anno fa, a Crema, è morta Sabrina Beccalli. Macchie più numerose di quelle rilevate dal Ris. Lo sostiene la consulenza firmata dal generale Luciano Garofano e dal brigadiere in congedo dei carabinieri Edi Sanson, esperto in scene di crimine, nominati dall’avvocato Antonino Andronico, legale dei fratelli di Sabrina. Secondo i due consulenti la donna era in piedi quando ha riportato le due microfratture nella zona mascellare destra evidenziate dall’anatomo patologo Cristina Cattaneo nell’esame autoptico. Un mobile del locale appariva lesionato. Nella relazione si sottolinea che gli oggetti che conteneva erano caduti sul pavimento. Erano stati poi rimessi a posto. Ma gli esami dei consulenti hanno consentito di trovare copiose macchie di sangue e numerose impronte digitali. Alessandro Pasini, 46 anni, in carcere per l’omicidio di Sabrina e la distruzione del suo cadavere, ha sempre smentito di avere ucciso l’amica.

Quella notte , è la sua versione, si era assopito dopo un festino alla droga in via Porto Franco, nell’appartamento della ex fidanzata. Era stato svegliato da un tonfo. Aveva trovato Sabrina esanime in bagno, con il volto insanguinato. Preso dal panico, aveva caricato il cadavere sulla Panda dell’amica, a cui aveva appiccato il fuoco nelle campagne di Vergonzana. Una versione che ha ribadito anche in una memoria che il difensore Paolo Sperolini ha depositato giovedì in tribunale a Cremona nell’udienza preliminare davanti al gup Elisa Mombelli. Il giudice ha accolto la richiesta di rito abbreviato avanzata dalla difesa. Alessandro Pasini verrà processato il 15 ottobre. È imputato anche di incendio doloso con pericolo per l’incolumità pubblica. Un’accusa legata alla circostanza che prima di allontanarsi dall’alloggio di via Porto Franco aveva reciso i tubi del gas.