Giallo di Sabrina Beccalli, Pasini: "Così ho fatto sparire il corpo"

Il verbale dell'uomo, indagato per omicidio e distruzione di cadavere. Non fa mai riferimento ad atti violenti, poi il Ferragosto culminato nel rogo

Beccalli e Pasini

Beccalli e Pasini

Crema (Cremona), 7 novembre 2020 - Pomeriggio del 21 agosto. Carcere di Cremona. Nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Giulia Masci e al pm Lisa Saccaro, Alessandro Pasini rompe il silenzio. Racconta le prime ore del giorno di Ferragosto, a Crema, trascorse con Sabrina Beccalli a consumare droga nella casa di quella che fino a pochi giorni prima era la sua fidanzata. La morte dell’amica. La decisione di cancellare tutto con il fuoco. Non ha ucciso Sabrina: sono stati gli stupefacenti a stroncarla. Deposita nel verbale la sua verità. «Generalmente io e Sabrina fumiamo cocaina. Quella sera lì abbiamo preso quello che serviva e l’abbiamo pippata. Io avevo anche una siringa ... A un certo punto mi sono mezzo addormentato, sono mezzo svenuto. Dopo poco mi sono alzato e ho visto del sangue per terra, ho visto delle macchie anche sul muro. Ho visto Sabrina sdraiata a faccia in giù, con le braccia dentro la vasca da bagno. Ho provato a muoverla e lei non si muoveva, non faceva niente. Ho provato a scuoterla, non faceva niente. Sono andato in panico. Mi manca quel pezzo lì, mi sono fatto ancora due ... che c’erano ancora sul tavolo. Poi sono tornato indietro e ho visto che lei non dava segni di vita, non respirava". Molto sangue attorno. Sangue che cola nella vasca.

Sono le 5 o le 6. "Con una fatica immane l’ho portata giù dalle scale fino alla macchina. Ho spostato la macchina dietro casa mia, poi sono tornato a vedere la casa ... Ho aspettato un attimo e sono andato a pulire in casa di ... (fa il nome dell’ex compagna, ndr ). Poi ho pensato di chiamare e dire che era successo a casa mia". Pulisce con quello che trova, uno straccio e forse il mocio. Dichiara che se fosse accaduto nella sua abitazione avrebbe avvisato immediatamente. Teme che gli addossimo la colpa di avere lasciato morire l’amica. Pensa alla madre di sua figlia, morta vent’anni prima, anche se lui non ha colpe, non era con lei, era lontano.

Ferragosto trascorre in una normalità irreale. "Sono andato a bere un birra al bar Stati Uniti. Poi sono andato al pranzo di Ferragosto e dopo il primo ho fatto una tirata di coca. Sono andato a casa e ho pensato ‘devo fare qualcosa, devo fare qualcosa’ e ho pensato di portare via la macchina da lì .... Ho finito di usare la cocaina, ho bevuto ancora. Poi mi sentivo completamente sfasato. Sono andato ad Antegnate a prendere cocaina. Poi sono passato ancora a vedere la situazione in casa di (...). Ho pensato di bruciare la macchina la sera". L’idea lo accompagna dal mattino, quando è stato dal benzinaio a procurarsi del gasolio. Lo ha trattenuto la confusa speranza che Sabrina potesse essere ancora viva. “Anche se poi non ci sono riuscito (a dare fuoco, ndr ) perché sono tornato diverse volte per vedere se si era svegliata, se si era ripresa. Poi la sera ho spostato la macchina in mezzo a questo campo. Avevo preso questa tanica di gasolio e dei pezzi di carta”. Dopo avere dato alle fiamme la Panda di Sabrina nelle campagne di Vergonzana, rincasa in monopattino. Finisce di consumare la cocaina. Una sosta al bar. Una puntata ad Antegnate in cerca di eroina.