
Matteo Facchi con una sua collaboratrice; Michela Zurlo; le tre ricercatrici trentine; Aldo Galli e Laura Cavazzini
Pizzighettone (Cremona), 16 dicembre 2018 - Un gruppo di studiosi in riva all’Adda, sulle tracce del Maestro di Pizzighettone. Il misterioso scultore trecentesco che lavorò al tempo di Azzone Visconti, esponente di primo piano di quella che è la scultura gotica italiana ed europea, nella chiesa parrocchiale di San Bassiano ha lasciato tre opere, tre formelle, altorilievi in marmo, che si trovano all’interno della Cappella del Rosario in una delle navate laterali. Lunedì un gruppo nutrito e qualificato di esperti è arrivato in paese guidato da Laura Cavazzini e Aldo Galli, professori associati dell’Università di Trento, facoltà di Storia dell’Arte, composto da tre dottorandi e dal Conservatore del Museo di Crema, Matteo Facchi e da Michela Zurlo della Soprintendenza di Mantova.
I tre altorilievi, murati in cornici ottocentesche alle pareti e al centro della Cappella, rappresentano scene della vita di Gesù Cristo, più precisamente l’Annunciazione, la Natività e l’Adorazione dei Magi. «Questi altorilievi in marmo di Carrara non solo sono di ottima fattura, ma sono stati realizzati con una tecnica esecutiva assolutamente singolare» ha sottolineato la professoressa Laura Cavazzini. Ma chi è questo ignoto scultore? «Il raffinato scultore resta ignoto e potrebbe essere indicato con il suggestivo titolo di “Maestro di Pizzighettone”». Dunque un mistero, uno dei tanti di Pizzighettone e che testimoniano la grande storia del borgo in riva all’Adda, al centro della politica e della cultura non solo italiana ma anche europea dal Medioevo all’età moderna. Sono proprio le opere d’arte a portare sulle tracce del Maestro: nel 2008 una piccola scultura raffigurante una figura femminile dolente, già facente parte della collezione del Principe di Liechtenstein venne battuta all’asta da Christie’s di Amsterdam. Proprio la professoressa Laura Cavazzini, in un suo studio pubblicato sul periodico “Nuovi studi”, l’aveva messa in relazione alla serie di altorilievi che si trovano in San Bassiano, suggerendo l’ipotesi che potrebbe trattarsi di un artista d’oltralpe. Grande interesse da parte degli studiosi è stato mostrato anche per le altre opere d’arte presenti all’interno di San Bassiano e nell’archivio parrocchiale.