V.B.D.
Cronaca

Soresina, il parroco detta il dress code per l’oratorio contro la “provocazione erotica”

Don Angelo Piccinelli vieta alle ragazze di indossare pantaloncini attillati, canottiere e pance scoperte, ai ragazzi di stare a torso nudo. La motivazione: “Si è perso il senso del pudore”

Don Angelo Piccinelli, parroco di Soresina, ha firmato una lettera ai fedeli dal titolo "Decenza e decoro"
Don Angelo Piccinelli, parroco di Soresina, ha firmato una lettera ai fedeli dal titolo "Decenza e decoro"

Soresina (Cremona) – A Soresina, in provincia di Cremona, oggi la temperatura massima prevista è di 38 gradi ma all’oratorio le ragazze non potranno indossare pantaloncini corti o attillati né canottiere con spalline per evitare “esibizione delle forme” e “provocazione erotica”. Niente pancia scoperta, mai, perché – non fosse chiaro il concetto –  “il vero erotismo ha bisogno di riservatezza”. Ce n’è anche per i ragazzi: a bambini ed educatori vietato andare in giro a torso nudo. A dettare il dress code ispirato ai principi di “decenza, decoro se senso del pudore” è il parroco don Angelo Piccinelli che ha firmato una lunga lettera sul tema pubblicata nel notiziario parrocchiale del 20 agosto. Don Piccinelli, che guida la comunità di fedeli di Soresina dal 2010, si autodefinisce “bacchettone” e, per darne ulteriore prova, nella missiva fa una lunga premessa in cui difende la sua lotta a favore del “senso del pudore” contro la “moderna apertura mentale”.  

L’esempio delle ordinanze 

Dapprima cita “le ordinanze di alcuni sindaci di altrettante città italiane, per lo più a vocazione turistica promulgate per tutelare il pubblico decoro e la "decenza" dei comportamenti nei centri abitati e soprattutto storici”. “Tra le disposizioni "anti-cafoni" ce ne sono alcune che, più di altre, hanno creato clamore e proteste: il divieto di circolare nelle aree urbane in costume da bagno, a torso nudo o scalzi, in boxer o bikini; di accedere in "abbigliamento poco decoroso" agli uffici, ai musei e alle biblio-teche, ai luoghi di culto e al cimitero, alle sedi di attività commerciali e artigianali, e di salire sui mezzi pubblici... Forse siamo arrivati al limite della tollerabilità: se tanti Comuni sono ricorsi alle ordinanze e alle sanzioni pecuniarie per arginare il fenomeno del malcostume, evidentemente il degrado e la mancanza di senso del pudore stanno colmando la misura”.

Musulmane e suore, esempio di senso del pudore

Don Piccinelli non è nuovo a provocazioni di questo tenore e lo ricorda nella lettera. “Nell'agosto 2010, affidavo a questo foglio settimanale alcune ironiche e provocatorie considerazioni in merito, rivelandomi, da subito, il prete "bacchettone" che sono: ‘Nel confronto, inevitabile e serrato, tra noi cristiani e i musulmani, appare evidente che le nostre uniche donne in grado di competere con certe sorelle di fede islamica, rigorosamente protette da lunghi abiti e totalmente avvolte nei loro veli, sono le Monache della Visitazione, grazie alle quali, anche noi seguaci di Cristo possiamo vantare di non aver perso, del tutto, il senso del pudore. La mancanza del quale, oggi, accomuna i credenti più "praticanti" ai "laicisti" più secolarizzati”. 

Contro la “provocazione erotica”

L’illuminata lettera del parroco prosegue. “La moderna "apertura mentale" ha investito anche i nostri ambienti parrocchiali e oratoriani: nei quali il richiamo al rispetto dovuto al proprio corpo e alla sensibilità altrui in materia di abbigliamento, di "esibizione delle forme" e di "provocazione erotica" è di scottante attualità. Tanto che ogni tentativo di "restrizione" viene vissuto da genitori e figli, adulti e giovani, maschi e femmine, come una violazione della libertà individuale ed una inammissibile ingerenza nella coscienza personale. Se è vero che anche il senso del pudore, oggi, ha aggiornato suoi parametri, a me pare che abbiamo, comunque, ampiamente superato la soglia di emergenza! Sull'argomento ritorno di tanto in tanto, a parole o per iscritto, e non per il gusto morboso di "censurare": la posta in gioco – ne sono convinto – è davvero alta, soprattutto per le nuove generazioni.

Il decalogo per ragazzi e ragazze

Ed ecco dunque le regole stilate da don Piccinelli: “Non sono bandite solo le bestemmie, ma anche le parole oscene... L'intercalare grasso e volgare, soprattutto in mezzo ai bambini, rivela un animo grossolano, ed è da incoscienti. Oltre che da imbecilli”. E ancora: “L'abbigliamento parla di noi: il senso del pudore è in grande ribasso nella nostra società; per questo la "decenza nel vestire" è una fantastica trasgressione. Perciò alle animatrici si chiede di non portare calzoncini corti e attillati e neppure canottiere con spallini o altro del genere... La pancia va coperta, sempre. Il vero erotismo ha bisogno di riservatezza. Anche i maschi non giocano mai a dorso nudo: né i bambini, né gli educatori. Si indossa la maglietta anche quando si torna, esausti di divertimento, dalla piscina. 11 caldo c'è per tutti. Da che mondo è mondo. E non solo a Soresina”.

Le regole per le spose

Non è finita: “L'abito della sposa sia "conveniente", per decenza, alla celebrazione religiosa. Che è come dire: sono vietate le scollature procaci e le schiene nude. Anche l'abbigliamento dei testimoni e degli invitati, soprattutto durante l'estate, non contraddica al pudore e al buon senso. La chiesa non è un salone per ricevimenti. E il matrimonio cristiano è un sacramento. Impresa "donchisciottesca"? Probabilmente. Come ogni sforzo educativo”.

Il precedente

Don Angelo non è nuovo a provocazioni. Nel 2014 fece scalpore il suo “sciopero dei lumini” contro la tirchieria dei suoi fedeli che, in troppi, accendevano le candele senza lasciare offerte. “Un'ipocrisia che non potevo più avallare”, aveva spiegato il sacerdote, che dopo aver rimosso per tre giorni i ceri e i relativi espositori, li aveva poi riposizionati davanti ai rispettivi altari. L'iniziativa peraltro era stata preannunciata e motivata ai parrocchiani nel foglio degli avvisi settimanali con un intervento, al solito, pungente e incisivo.