Cremona, 14 gennaio 2014 - Candele accese, ma senza offerte. Di sicuro l'effetto è scenografico, ma non di grande sostanza per le entrate della chiesa di Soresina, sempre più magre. E così il parroco don Angelo Piccinelli si è inventato lo "sciopero dei lumini": una provocazione per scuotere le coscienze dei fedeli. A quanto pare, infatti, sarebbero parecchi i cittadini che accendono le candele votive nella chiesa di San Siro e poi si 'dimenticano' di depositare le offerte.

"Un'ipocrisia che non potevo piu' avallare", commenta il sacerdote, che dopo aver rimosso per tre giorni i ceri e i relativi espositori, oggi li ha riposizionati davanti ai rispettivi altari. L'iniziativa e' stata preannunciata e motivata ai parrocchiani nel foglio degli avvisi settimanali con un intervento, al solito, pungente e incisivo.

"Gli espositori dei lumini sono sempre stracolmi di fiammelle ardenti e le cassette delle offerte rimangono sproporzionatamente vuote - vi si legge - . Per dimostrare la propria venerazione al Sacro Cuore o alla Vergine o a S. Antonio non c'e' bisogno di accendere candele: la preghiera arriva al cospetto di Dio e provoca l'intercessione dei santi solo ed esclusivamente per la sua sincerita', e non per il numero delle fiammelle che appicchiamo davanti ad un'immagine sacra. Lo ribadisco: non e' - conclude il sacerdote - la fiamma di un cero che rende 'vera' ed efficace la nostra supplica davanti a Dio, ma l'intensita' della nostra fede.