
Un’illustrazione di Ascanio Maria Sforza
Quasi un Papa cremasco. Secondo gli studi dello storico Luigi Dossena, nel 1400 un cardinale entrò tre volte in conclave con i favori di molti colleghi, ma uscì sempre sconfitto, mancando la nomina per poco. Si parla di Ascanio Maria Sforza (Cremona 1455 - Roma 1505), quinto figlio di Francesco Marfia Sforza e di Bianca Maria Visconti, che ebbe un’educazione religiosa a partire dai 13 anni, quando venne affidato dalla madre morente al cremasco padre Agostino Cazzulli e indirizzato alla carriera ecclesiastica. Papa Sisto IV lo nomina, a soli 24 anni, nel 1479, vescovo di Novara, Pavia, Crema e Cremona e, nel 1484, diventa cardinale.
Quando il Papa muore, nel 1492, Ascanio è tra i cardinali che si riuniscono in conclave per eleggere il successore di Cristo. Ascanio è tra i favoriti e si contrappone a Rodrigo Borgia, dovendo però cedere a quest’ultimo, che divenne Papa con il nome di Alessandro VI e fu uno dei papi più controversi, avendo riconosciuto vari figli illegittimi, tra i quali Cesare e Lucrezia Borgia. Alessandro VI, tuttavia, seppe ricompensare Ascanio per la rinuncia, nominandolo vice cancelliere del Vaticano e facendogli celebrare le nozze di sua figlia Lucrezia con il cugino Giovanni Sforza. Ascanio torna a Milano, che però viene presa d’assalto dal cavaliere cremasco Giangiacomo Trivulzio, che lo costringe a fuggire a Piacenza, dove viene catturato da un altro cremasco, Socino Benzoni, che lo rinchiude nel palazzo Vimercati di Crema.
In breve viene liberato e torna a Roma, per partecipare al suo secondo conclave, indetto nel 1503 alla morte di Alessandro VI. Anche questa volta, però, Ascanio deve cedere a Silvio Bartolomeo Piccomini, che prende il nome di Pio III. Il suo papato dura solo trenta giorni e i cardinali si riuniscono di nuovo, con ancora Ascanio favorito. Ma anche in questa occasione gli viene preferito un altro: è Giuliano Della Rovere, che assurge al soglio di Cristo con il nome di Giulio II. Il 28 maggio del 1505 Ascanio Sforza muore a Roma.